Dal 7 luglio al 6 ottobre 2019 a San Benedetto del Tronto Palazzina Azzurra c’è un’importante mostra sul tema del nudo nel ‘900 con opere dei maggiori artisti italiani. E’ curata da Stefano Papetti con Elisa Mori e Giorgia Bernardini.
La mostra che quest’anno San Benedetto del Tronto offre ai residenti e ai villeggianti si titola “Vedo nudo. Arte tra seduzione e censura” promossa dal Comune di San Benedetto con l’Associazione culturale Verticale d’Arte e Stefano Papetti.
E’ un’esposizione con i più interessanti nomi dii artisti che si sono espressi col nudo in pittura, scultura, fotografia, installazione, incentrata sull’arte del nudo e della seduzione e come questa sia stata a volta oggetto di censura, non dimenticando una certa forma ironica.
La mostra patrocinata dal MIBACT, ENIT, Regione Marche, Fondazione Marche Cultura e dal Comune di San Benedetto, è un percorso storico artistico che vede lo sviluppo e il cambiamento di questo stile nel tempo e anche le controverse sensibilizzazioni di questo stile che non ha mai smesso di interessare la fantasia umana.
Le opere provengono da collezioni pubbliche e private e da artisti di fama nazionale e internazionale. La mostra parte dalla scultura in bronzo dorato di Giuseppe Renda del 1890, l’olio su tavola di Cagnaccio di San Pietro, e in seguito ci sono dipinti, disegni e un Ritratto Femminile di Amedeo Modigliani pezzo raro non tanto come soggetto ma per il suo valore artistico, con una bella opera di Renato Guttuso La Maddalena, artista molto amante di questo stile, e poi Nudo femminile di Osvaldo Licini, le raffigurazioni informali di Lucio Fontana, il nudo di Morlotti, opera molto materica, senza voler escludere alcuno.
Per arrivare poi alla fotografia con le foto di Gian Paolo Barbieri, Piero Gemelli, Giuseppe Mastromatteo e poi i video, le ceramiche e le sculture.
Una mostra che approfondisce l’orientamento dello scorso anno con l’esposizione “Abbronzatissima, Glamour e arte all’ombra delle palme”. Tutto ciò per mettere a fuoco l’immaginario del singolo visitatore, e interrogarsi sulle capacità di comprensione dell’opera d’arte che si modificano a seconda di coloro che le osservano.
Savina Fermi