L’Arte di costruire un capolavoro

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Allestimento mostra L’Arte di costruire un capolavoro Foto di Savina Berbacchini

Con il titolo “L’Arte di costruire un capolavoro La Colonna Traiana” nel Giardino di Boboli a Firenze fino al 6 Ottobre 2019, sono mostrati i segreti costruttivi della Colonna Traiana che ha sede a Roma dal 133.d.C. La mostra è curata da Giovanni Di Pasquale con Fabrizio Paolucci. Catalogo edito da Giunti.

Claudio Capotondi
Torre impalcatura Modello in scala 1:20 Foto Sabina Bernacchini

 

 

Non sono stati certo pochi gli scritti che hanno interessato la costruzione della Colonna Traiana posta nel cuore di Roma da millenni, né poche le trasmissioni televisive, ma questa mostra organizzata scientificamente dalle Gallerie degli Uffizi con il Museo Galileo di Firenze, intende dare una nuova e più approfondita lettura dell’opera.

 

 

 

Rilievo colonna III secolo d.C. gesso alabastro con cornice lignea Calco dell’originale marmoreo
conservato pr4sso il Museo Torlonia Museo della Civiltà Romana Roma Foto Sabina Bernacchini

Intanto, al racconto notissimo della sua costruzione voluta dall’Imperatore Traiano per celebrare la sua vittoria sulla Dacia, la mostra intende essere focalizzata non tanto sull’aspetto decorativo ormai notissimo, ma esaminando il processo di realizzazione fin’ora meno studiato. Le Gallerie degli Uffizi pur possedendo molti reperti romani di altissimo valore, vede l’ingresso del Giardino di Boboli sovrastato dai Due Daci, sentinelle di porfido che al tempo furono messe a guardia del giardino a dimostrazione di come già nel Rinascimento, Firenze fosse unita da un fil rouge a questo monumento elevato alla gloria di Roma. Questo fatto rilevare dal Direttore Eike Schmidt.

Manifattura di Oudenaarde ( Fiandre orientali) Apollodoro presenta a Traiano il progetto della
colonna, Seconda metà XVI secolo , lana e seta Museo Nazionale di Palazzo Venezia Roma foto
Sabina Bernacchini

In effetti, per quanto scientificamente possibile, viene spiegato quali sono state le tecniche impiegate per estrarre i venticinque enormi blocchi di marmo dalle cave delle Alpi Apuane, le soluzioni impiegate per trasportarli al porto di Luni e imbacarli sulle navi marmorarie e scaricarli al Porto Fluviale sul Tevere e infine il metodo adottato per trascinarli fino nell’area del Foro sede del cantiere. Come indicato dal curatore Giovanni Di Pasquale non sono state lasciati scritti e quindi sono andati perduti con la fine dell’Impero. “Tuttavia, il dialogo tra fonti letterarie, archeologiche, epigrafiche, iconografiche e numismatiche permette di ricomporre, almeno in parte, i pezzi di quella straordinaria avventura”. 

Aurea di Traiano con colonna 113-114 d.C. oro Medagliere del Museo Nazionale Romano Roma
Foto Sabina Berbacchini

 

Oltre ai modelli in scala della Colonna Traianea e delle macchine impiegate per la costruzione, c’è una rara selezione di reperti che giungono da 20 musei, strumenti scientifici, parti di macchine da cantiere e un prezioso arazzo che raffigura Traiano mentre discute con Apollodoro di Damasco, autore del progetto della Colonna.  

 

 

 

Ingresso Giardino di Boboli sovrastato dai Due Daci Foto Sabina Bernacchini

Paolo Galuzzi, direttore del Museo Galileo, ha commentato che proprio perché solo pochi si domandano come sia stata possibile la costruzione, per questo “si è ritenuto opportuno porre al centro del progetto espositivo la ricostruzione della straordinaria avventura dell’edificazione di questo monumento, in modo da far risaltare l’ingegno, la sapienza tecnica e il lavoro degli uomini che resero possibile quel conseguimento”.  

 A corredo dell’esposizione sul sito delle Gallerie degli Uffizi è consultabile una mostra virtuale dedicata alle antichità di epoca traianea in possesso di Uffizi, Palazzo, Pitti e Giardino di Boboli.

Emilia Dodi

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