Miquel Barcelò espone fino al 6 ottobre 2019 le sue opere al Museo Internazionale della Ceramica di Faenza con il titolo “Miquel Barcelò. Il tempo è un fiume che mi trascina ma io sono il fiume” ©Louis Borges. La mostra è curata da Irene Biolchini e Cécile Pocheau Lestaven.
L’artista noto in tutta Europa, nelle Americhe e in Africa, ha scelto l’Italia per presentare la sua prima antologica dedicata alla ceramica. In effetti Barcelò è pittore, ceramista, disegnatore, scultore e anche costumista e non è detto si fermi qui. Il suo bisogno di conoscenza, è chiaramente presentato nella sua biografia che lo ha visto viaggiare e risiedere in tutto il mondo occidentale e in Africa.
Barcelò ha avuto atelier a Parigi, nel Mali dove torna sovente, ma la sua residenza è nell’Isola di Mallorca dove è nato e dove lavora tra un viaggio e l’altro dei suoi studi d’arte. In Italia è stato più volte trattenendosi anche mesi come a Napoli, ai tempi della Galleria di Lucio D’Amelio e poi a Roma, Palermo e Vietri. Le più importanti gallerie del mondo hanno presentato le sue opere. A Roma è stata la GNAM e poi ha partecipato nel Padiglione Spagnolo alla Biennale veneziana del 2009 con un dialogo tra pittura e scultura ceramica.
Ha scelto il MIC per questa antologica perché è il museo forse più importante del mondo per quest’arte, certamente possiede la collezione più importante. Per far comprendere l’impegno nell’ arte ceramica basterà citare il suo lavoro con Lorenzo Santoriello a Vietri per la facciata, tutta ricoperta di questo materiale artistico, della Cattedrale di Palma de Mallorca, che è il lavoro più importante del mondo eseguito in ceramica.
Miquel Barcelò è considerato per la ceramica l’artista contemporaneo più conosciuto attualmente. Vincitore di numerosi premi è anche un ottimo pittore contemporaneo per la sue opere materiche create anche nel Malì dove impiega spesso elementi naturali.
La sua arte pittorica è considerata gestuale vicino alla Transavanguardia italiana e al Neoespressionismo tedesco. Ha iniziato il lavoro con la ceramica nel MALI con l’antica tecnica godon.
Il percorso dell’esposizione creato appositamente da Barcelò, inizia con un’installazione che è in dialogo con le ceramiche faentine e per questo ha scelto alcune opere chiave del suo percorso ceramico che partono dai primi lavori in argilla con alcuni che in modo imitativo mettono in luce anche la sua vita unita alla storia. Espone anche il celebre Pinocchio mort del 1995. Il percorso prosegue poi negli spazi destinati alle mostre temporanee.
Emilia Dodi