Pesaro a Palazzo Mosca presenta fino al 13 ottobre 2019 una mostra di arte contemporanea dal titolo a “Agostino Jacurci Tracing Vitruvio”, un progetto creato all’uopo per i Musei Civici di Pesaro. E’ curata da Marco Smarrelli con la consulenza scientifica di Brunella Paolini.
Le Marche quest’anno offrono molte mostre, basterà citare quella di Leonardo e Vitruvio a Fano per l’arte antica, alla quale fa da contrappeso in modo decisamente contemporaneo, questa di Pesaro che rifacendosi alla scienza di Vitruvio, presenta molte interessanti coloratissime opere di Agostino Jacurci, arista noto nel mondo soprattutto per i suoi imponenti dipinti murali realizzati per gli spazi pubblici.
Proprio per questo Agostino Jacurci (1986) a suo modo reinterpretando il De Architectura di Vitruvio, mediante audacissimi colori con capitelli, templi, colonne e altro, realizza una scenografica esposizione che è un viaggio onirico nel testo di Marco Vitruvio Pollione dell’80-15 A.C. considerato il più importante di tuti i tempi per l’architettura, servito a Leonardo per la stesura del Codice Atlantico, da dove è stato tratto lo studio e il disegno dell’uomo vitruviano.
Questo ha fatto sì che il Comune di Pesaro in collaborazione con l’Ente Olivieri e la Biblioteca e Musei Oliveriani, abbia fatto nascere questa del tutto contemporanea esposizione dal carattere come detto molto scenografico, che oltre alle opere di Jacurci, presenta sotto teche 10 diverse edizioni del De Architectura provenienti dalla Biblioteca Oliveriana.
La mostra parte dal cortile di Palazzo Mosca dove sono posizionate installazioni ispirate all’architettura vitruviana, proseguendo poi all’interno del museo seguendo due diverse linee.
La prima è indirizzata alle raccolte oliveriane messe sotto teche nelle diverse edizioni molto rare e preziose stampate nel Rinascimento, presentate in ordine cronologico e aperte alle pagine di ognuno dei dieci libri dei quali l’opera è contenuta, l’altra una completa panoramica del viaggio onirico di Jacurci la cui ricerca attualmente è indirizzata verso l’antico e sull’impiego del colore nell’architettura e nelle arti plastiche dell’antichità che accompagnano i testi, realizzate con il suo linguaggio artistico e surreale.
Un’esposizione particolarmente innovativa e sperimentale che è molto artisticamente interessante.
Savina Fermi