Fino al 28 ottobre 2019 al Museo Nazionale Marc Chagall di Nizza c’è una interessante esposizione di Clement Cogitore artista visivo, cineasta, scenografo, costumista e quant’altro, molto noto in tutta Europa e USA. E’ curata da Anne Dopffer e Galïdig Lemairé.
Il Museo Chagall da una quindicina di anni si è dedicato a far conoscere artisti contemporanei che abbiano, in modo attuale, alcuni riferimenti con le idee degli artisti esposti. Quest’anno la mostra è dedicata a Clement Cogitore che nella sua ricerca ha molti punti di contatto con Marc Chagall, entrambi artisti figurativi dove la figurazione riguarda la vita, il sogno, la religiosità molto personale.
Clement Cogitore nato nel 1983, in questa sede si esprime con alcune tele, ma principalmente con cinema, video e foto. Infatti l’artista è stato chiamato dall’Opèra Garnier in occasione del suo 350° anniversario, a mettere in scena l’opera balletto Les Indes Galantes di Jean Baptiste Rameau che sarà programmata nel mese di settembre 2019. Clement Cogitore per la sua arte è noto in Europa e USA, avendo tra l’altro le sue realizzazioni al Centre Pompidou, al Palais Tokyo di Parigi, Londra, Boston e New York per citarne solo alcuni.
Tra l’altro è stato nel 2012 artista residente a Villa Medici di Roma. Impossibile in questa sede citare i numerosi premi per l’arte, il cinema la scenografia, sarà meglio parlare delle sue 12 opere presentate che ineriscono in questo caso video, fotografie e filmati messe in dialogo con quelle di Chagall. Coglitore crea la sua opera per immagini-documento, immagini-fisse e immagini-in movimento. Il suo amore per l’immagine è sempre stato il fulcro del suo lavoro, elemento che lo accomuna a Chagall per l’ispirazione ai grandi miti e alle forme archetipe. Nei due artisti i racconti non traggono conclusioni, non vogliono asserire un principio, ma far comprendere il presente.
Li unisce anche un accostamento più formale come nelle immagini di sommosse come in “Ghost Horseman of the Apocalypse in Cairo Egypt” del 2017, l’assembramento di persone appartenenti a Anonymous in “We are legion” del 2012 o delle spoglie mortali nel deserto espresse con uniformi militari con “Digital Desert” del 2015, posizionate di fronte alle opere di guerra e crocifissioni di Chagall, dove non è presa in considerazione la violenza del presente. Altro dialogo è quello della tematica del sacro dove in Chagall è tutta la fede ebraica chassidica, mentre Cogitore si esprime per immagini del cerimoniale contemporaneo (Elégies 2014) della sfera celeste (Zodiac 2017) e si dovrebbe ancora continuare.
Come detto impossibile in questa sede parlare dei numerosi premi vinti da Clement Cogitore.
Emilia Dodi