Giunta quest’anno alla XXIII edizione, Pirandelliana – la Rassegna organizzata dalla Compagnia Teatrale La Bottega delle Maschere, fondata e diretta da Marcello Amici – propone anche quest’anno, a sere alterne, opere teatrali di Luigi Pirandello. La Rassegna, in programma sino al 4 agosto, ha in cartellone: Tutto per bene (in scena il martedì, il giovedì e il sabato) e cinque atti unici, L’altro figlio, Male di luna, Notte, L’uomo dal fiore in bocca, All’uscita (in scena il mercoledì, il venerdì e la domenica).
“Avevo proposto già quest’opera nel 2009. Quest’anno l’ho voluta studiare e ristudiare nei minimi particolari – spiega a Visum l’attore – lasciarla fedelmente così come l’ha scritta il grande drammaturgo siciliano. Tutto per bene narra la storia di Martino Lori, sempre ignaro del tradimento della moglie morta da sedici anni. Da questo adulterio è nata quella che lui aveva sempre considerato, fino al quel momento, sua figlia. Ma sarà proprio lei – confida – l’artefice di questa rivoluzione. Ma alla fine di tutto per il protagonista la soluzione migliore sarà accettare la situazione e continuare a far finta di niente, portando avanti così la messa in scena di padre e vedovo”.
Un uomo, dunque, rassegnato da questa situazione
“Certo, più che rassegnato, è ferito a morte dalla verità, ma l’uomo non la rifiuta, perché ha recitato inconsapevolmente la parte in un copione sconosciuto: è qui la grandezza di Pirandello: cercare di capire. Solo chi comprende può accettare di stare al giuoco impostoci, spesso beffardo e crudele. Agli occhi degli altri sarà così… tutto per bene!”.
“Sì, è vero. Durante le prove di questo testo gli stessi attori, recitando, si sono commossi, cosa mai successa. Una particolarità veramente unica. E’ bello prendere atto di questa commozione – confessa a Visum – perché questo mondo oggi è fatto di cattiverie, menefreghismo, cinismo. Speriamo che gli attori non si commuovano davanti al pubblico. Però sono curioso di vedere di come risponderà la platea, se anch’essa si commuoverà o rimarrà insensibile”.
“Con questi cinque atti unici, legati tra loro con delle monadi pirandelliane, ossia delle particelle, vorrei dar seguito a una mia tesi. L’universo pirandelliano – rimarca l’attore-regista – è lo spazio dell’istrione che, per evitare lo scacco della vita, che, inevitabilmente, fa male a tutti, esibisce la sua stessa sofferenza nel vano tentativo di mutare in disgusto il piacere della vita. E’ un palcoscenico di esibizionisti quello descritto in questi cinque atti unici. Ognuno arriva e racconta la stessa storia e la pena di essere così e di non poter essere diversamente. Laggiù, oltre il fondale, c’è l’uscita. La vita è un breve momento di illuminazione, tutto il resto è buio. E’ un palcoscenico totale – conclude – un arsenale delle apparizioni dove si sviluppano i momenti intensi di un Novecento teatrale alla base della drammaturgia contemporanea”.
Quest’anno è la XXIII edizione di questa Pirandelliana. Quali personaggi ha interpretato con più piacere?
“Tanti, ma in particolare il Prof. Agostino Toti di Pensaci Giacomino”.
Giancarlo Leone