Dal 19 luglio al 6 novembre 2019 I Musei Capitolini a Palazzo Caffarelli presentano una grande esposizione dedicata a Luca Signorelli (1450 ca.-1523), uno dei grandi artisti del Rinascimento. E’ curata da Federica Papi e Claudio Parisi Presticce. Catalogo De Luce Editore d’Arte.
E’ la prima volta che Roma dedica una grande esposizione al cortonese Luca Signorelli importante artista rinascimentale la cui grande abilità è stata oscurata dai due grandi artisti che gli sono succeduti, Michelangelo e Raffaello, celebrato anche da Giorgio Vasari come famoso e le sue opere di grande pregio e Vasari nel suo celebre testo non ha certo magnificato alcuno che non fosse degno.
La mostra intende mettere a fuoco il primo periodo nel quale l’artista visse a Roma e i suoi legami diretti o indiretti con la Città Eterna e questo viene mostrato tramite circa 60 opere, alcune mai esposte a Roma che provengono da collezioni italiane e straniere. Il percorso è organizzato in 7 sezioni partendo dall’errore vasariano del vero volto dell’artista, che è visto in due diversi aspetti con due busti quello realizzato da Pietro Tenerani del Museo di Roma e quello di Pietro Pierantoni dei Capitolini.
In seguito ci sono alcuni reperti archeologico che fanno vedere la Roma di Sisto IV, tra antichità cristiane e statuaria classica che Signorelli ha rievocato in molte sue opere come nel Martirio di San Sebastiano della Pinacoteca di Città di Castello e Cristo in croce e la Maddalena degli Uffizi, nonché il tondo di Monaco e la pala di Acervia. Si passa poi, entrando con un particolare gioco di luci e riproduzioni retroilluminate, nella celebre Cappella Nova di Orvieto per arrivare ad alcuni veri capolavori della grazia e dell’amore materno come La Vergine e il Balbino del Metropolitan Museum of Art di New York e l’importante tavola della Principessa Pallavicini.
Segue poi il periodo di Luca Signorelli a Roma per Papa Leone X (1513-1521) e i suoi rapporti col Bramante e Michelangelo. In questa sezione c’è spiegato anche il suo intervento nella Cappella Sistina dove è riconosciuto solo in una piccola figura di Nudo Seduto in quanto l’avvento di Michelangelo fece sì che tutti gli affreschi di altri artisti venissero cancellati. Del resto Luca Signorelli nel periodo affrescò la Cappella Nova del Duomo di Orvieto considerato il suo capolavoro in quanto dipinse Il Giudizio Universale mettendo in luce episodi che non erano stati trattati fin allora.
Alla fine della mostra c’è dimostrato come Signorelli, ignorato fino alla fine del ‘700, sia stato riscoperto tra ‘800 e ‘900 sia dalla letteratura che dal mercato antiquario Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’oro di Venezia per la Flagellazione, e per la Madonna col Bambino fra quattro Santi e Angeli il Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo a Roma.
I pannelli esplicativi di ogni sezione sono veramente molto esaustivi.
Emilia Dodi