Recentemente si è tenuto presso l’Ar. Ma Teatro di Roma, il saggio che ha visto il debutto alla regia di Francesca Nicol Pentasuglia, proveniente dall’Accademia Internazionale del musical di Roma, allieva della nota attrice Donatella Pandimiglio, dell’adattamento de La voce umana di Jean Cocteau, liberamente tratto dall’opera dell’autore. Protagonista la giovane attrice Chiara Gambino proveniente dalla scuola Galante Garrone di Bologna.
L’attrice interpreta il ruolo di una donna che vice la fine di una relazione d’amore e tenta ad ogni costo, morbosamente, di aggrapparsi a quel che ne rimane. Lo spettacolo si sviluppa in un dialogo simulato dove lo spettatore ascolta, ovviamente, le sole parole dell’attrice, ma può anche immaginare le risposte dell’uomo che nella finzione si trova dall’altro lato del telefono. Le pause, i silenzi, le movenze, si collocano sapientemente, grazie anche ad una valida regia che ha saputo dirigere il tutto con maestria e dovizia di particolari.
La voce umana è considerato, come già detto, uno dei capisaldi della recitazione femminile e nonostante la sua popolarità ha la capacità di non risultare mai banale, mai deja vu. La vicenda della donna che si strugge per amore sembrerebbe una cosa vista e rivista, per l’appunto, ma probabilmente è proprio grazie al fatto che la platea si può riconoscere in questo capolavoro, che questa trama non annoia.
La voce umana è un testo senza dubbio complesso, molto difficoltoso da interpretare in quanto, da un lato, impegna l’interprete a dare voce e animo anche al personaggio invisibile dell’uomo, dall’altro richiede un’autenticità assoluta dei sentimenti, per non cercare di cadere nella ripetitività.
Giancarlo Leone