Dal 2 agosto al l’8 dicembre 2019 a Fabriano nella Marche c’è l’esposizione “La luce e i silenzi: Orazio Gentileschi e la pittura caravaggesca delle Marche del Seicento”. Coinvolge non solo la Pinacoteca Civica Bruno Molajoli, ma anche il Duomo e la Chiesa di San Benedetto. E’ curata da Agostino Massari e Alessandro Delpriori.
Questa è l’ultima mostra dopo quelle di Macerata, Ascoli Piceno, Fermo, Loreto, Matelica e ora Fabriano messe in atto dalla Regione Marche per promuovere e far osservare lo sviluppo dei territori colpiti dal sisma del 2016. Per questo è stato scelto il periodo che Orazio Gentileschi ha passato prima ad Ancona nel 1600-1606 e poi nel territorio fabrianese nel 1613-1619, puntando in particolare sul suo rapporto con Caravaggio e i pittori che nel periodo hanno subìto l’influsso del grande artista seicentesco.
In loco l’artista ha dipinto La circoncisione, La vergine del Rosario oggi nella Pinacoteca Civica, La Visione di Santa Francesca oggi ha Urbino nella Galleria Nazionale delle Marche, la Madonna per l’Università dei Cartai, e qui Gentileschi viene messo in confronto con il Guerrieri, grande caravaggesco marchigiano al quale è riservata una sezione a parte e poi Baglione, Turchi, Valentin, Vouet, Cagnacci e altri. E poi le opere della Cattedrale di San Venanzio tra le quali la famosa Circoncisione, nonchè quelle della Chiesa di San Benedetto che fanno parte del progetto e del percorso e mostrano lo sviluppo dell’artista verso il caravaggismo.
Questa tematica è il punto centrale della mostra poiché mette per la prima volta le Marche, terra nella quale il Caravaggio non è stato presente, con la diffusione del caravaggismo. L’esposizione, date le opere e i documenti reperiti, fa conoscere come le grandi novità del Caravaggio abbiano, mediante gli artisti che furono nel suo raggio, diffuso il caravaggismo; questo grazie a Gentileschi e altri artisti presenti sul territorio.
Sono riunite in questa occasione le opere di artisti marchigiani che sono stati un’eccellenza in questo settore come Giovan Francesco Guerrieri e Giovanni Baglione che prima amico del Merisi divenne suo grande nemico, artista molto attivo nelle Marche .
Altre punto focale sarà l’influenza che il Merisi ebbe su artisti come Alessandro Turci, Valentin de Boulogne, Bartolomeo Manfredi, Antivenuto Grammatica, e in seguito su Giovanni Serodine, Agostino Caroselli fino a Carlo Bonomi la cui pala realizzata per le Clarisse nel 1811, oggi si trova a Brera e per l’occasione è prestata a Fabriano. A fare da contrappunto al linguaggio caravaggesco, ci sono le opere di artisti come il Lanfranco, Simone Cantarini, Guido Cagnacci, Giuseppe Puglia, Girolamo Buratti e come ci sia stata in due diverse epoche la contrapposizione di artisti come il Pomarancio, Andrea Lilli e Filippo Bellini.
In effetti un’esposizione diversa dalle solite, altamente scientifica per i rimandi e i contrappunti tra artisti differenti.
Emilia Dodi