Ai Giardini della Filarmonica di Roma, per la Rassegna I Solisti del Teatro, con la direzione artistica di Carmen Pignataro, solo per una serata, Roberto Ciufoli ha presentatolo il monologo da lui scritto e diretto, Tipi, un recital comico-antropologico dove l’attore ha rappresentato varie tipologie dell’essere umano.
Ai Giardini della Filarmonica di Roma, per la Rassegna I Solisti del Teatro, con la direzione artistica di Carmen Pignataro, solo per una serata, Roberto Ciufoli ha presentato il monologo da lui scritto e diretto, Tipi.
Che non siamo tutti uguali lo sappiamo. Che ognuno di noi abbia predisposizioni diverse, anche. Ma quello che non è scontato per niente è il modo di rappresentare tutte queste sfumature e questo monologo cattura proprio queste diverse sfaccettature sia degli uomini che delle donne. Le loro nette differenze vengono ironizzate e riprese come se potessimo guardare attraverso il buco di una serratura che spia le nostre vite in tempo reale grazie a monologhi, poesie e divertissement.
Roberto Ciufoli ha fatto una minuziosa analisi basata sull’aspetto fisico, appiglio che gli consente di sviscerare varie tipologie di esseri umani, analizzandone il comportamento del corpo che giudica più sincero delle parole. Ecco così i vari “tipi”, veri protagonisti dello spettacolo, personaggi in cui è facile identificarsi per scoprire, con gli occhi dell’attore, come i difetti e le piccole manie contemporanee possano essere comiche: quello che non sa sciare e per far contenta la fidanzata ci va e ovviamente ne combina di ogni; il timido che si vergogna di pronunciare addirittura la parola preservativi in farmacia; il coatto che, contrariamente, entra in farmacia, urla e si vanta di comprarli; il pigro, che vorrebbe solo dormire;
L’ubriaco, che cerca un equilibrio ed è rallentato nei movimenti; lo scemo, che è rallentato nei pensieri; l’eroe del passato come Ulisse, che dopo sette anni ritorna dalla sua donna che, così invecchiato, subito non lo riconosce, mentre il suo cane Argo sì; e poi gli eroi moderni come Superman, Batman, Zorro; il ladro, che si muove sempre in maniera furtiva; Amleto, l’indeciso per eccellenza, che davanti al teschio declama: “Essere o non essere”, e già qui vedi l’indecisione che regna sovrana; l’ansioso, che non si dà mai tregua e sembra che camminando sia seguito da un altro uomo, ma che in realtà è sempre lui; il tanghero e la sua passionalità.
Ma è il finale a stupirci, perché in tutte queste tipologie, Roberto Ciufoli non poteva soffermarsi sull’amore e sull’innamorato, dei suoi sentimenti e in particolare dell’esperienza di coppia. Questo “tipo” chiude lo show con estrema umanità, ricordandoci ed insegnandoci di quanto sia potente il potere dell’amore: difficoltà, tempo e spazio sono solo un piccolo impedimento, che viene superato dalla costanza di chi vuole mettere su famiglia.
Questo recital è un continuo scavare nell’antropologia, nei comportamenti umani, negli innumerevoli modi di muoversi e di parlare, fatto con ironico e sottile umorismo, che permette al pubblico di identificarsi con un sorriso consapevole di chi si vede riflesso, di chi vede riflesse le proprie azioni per una volta dall’esterno. Alla fine tanti applausi per Roberto Ciufoli, bravissimo, abile nel districarsi nel raccontare i vari “tipi”.
Giancarlo Leone