Dall’11 settembre 2019 nella Galleria Palatina di Palazzo Pitti a Firenze si può di nuovo ammirare l’opera del Bronzino “Il Nano Morgante”, celebre buffone alla corte di Cosimo I.
E’ noto che nelle corti soprattutto rinascimentali, i buffoni erano molto apprezzati dal loro Signore. Alla Corte di Cosimo I de’ Medici c’è n’erano cinque di cui il più importante, era Braccio di Bartolo detto il Nano Morgante, buon uccellatore che cacciava animali piccoli in quanto i grandi erano destinati alla nobiltà. E’ quindi più che naturale che il Bronzino, preferito tra i pittori di corte, decidesse di ritrarlo.
Il personaggio è visto davanti e dietro, in due momenti successivi della sua attività di uccellatore. In effetti davanti si vede prima della caccia che tiene in mano una civetta per attirare una ghiandaia che vola, mentre di terga impugna con la mano destra il risultato della sua caccia. E’ dipinto avanti e retro perché è la risposta del Bronzino a chi sosteneva la superiorità della scultura perché visibile da tutti i lati. Certamente è un’opera molto fragile che necessita una particolare teca per essere vista e ora è collocata in un luogo migliore qual è la Sala di Apollo.
E’ interessante conoscere quello che il dipinto ha passato nell’Ottocento dato un pesante restauro che ha trasformato il Nano nel Dio Bacco. Naturalmente data la ristrettezza di vedute dell’epoca, un uomo nudo, anche se nano, non poteva essere visto, non pensando che si cercava di cambiare le sembianze di un’opera di un artista quale il Bronzino. Il pesante restauro aveva riguardato le pudenda ricoperte da pampini e grappoli, la testa da una corona di foglie di vite, la civetta divenne un calice di vino. Le aggiunte furono rimosse solo nel 2010 con un restauro che l’ha riportato all’originale.
Il Direttore Eike Schmidt ha dichiarato al riguardo: “ Le cronache tramandano che Braccio di Bartolo aveva una personalità complessa e arguta e a volta litigiosa. Fu uno dei protagonisti della vita sociale e politica della corte, molto caro a Cosimo I, di cui si festeggia quest’anno il cinquecentenario della nascita. L’installazione a Palazzo Pitti del suo ritratto dipinto da Bronzino (che di quella corte fu indiscutibilmente il massimo pittore) è dunque un’occasione insieme museografica e celebrativa. Ed è oltretutto un’operazione che salvaguarda un’opera tanto fragile dai rischi di distacco della pellicola pittorica.”
Un’opera che merita una visita a Palazzo Pitti.
Emilia Dodi