A Bagnocavallo (RA) nel Museo Civico delle Cappuccine fino al 19 gennaio 2020 si possono ammirare 120 opere grafiche di uno dei più importanti incisori del Rinascimento nordico, Albrecht Dürer. E’ curata da Diego Gallizzi e Patrizia Foglia, patrocinata dall’Istituto Beni Culturali Emilia- Romagna e sostenuta da Edison Stoccaggio.
Il solo nome di Albrechtt Dürer (1431-1528) parla di xilografia benchè sia stato anche un ottimo pittore considerato del Rinascimento nordico, che ha guardato più al nostro Rinascimento grazie alla sua amicizia con Willibald Pickheimer che lo ha indirizzato verso quello italiano. Le 120 opere esposte sono di collezioni pubbliche e private italiane. La tecnica impiegata dall’artista, quella della luministica chiaroscurale ottenuta variando lo spessore del contorno e del tratteggio interno, lo differenzia da altri artisti pur coevi, così come l’equilibrio della distribuzione degli spazi, pur nel gusto tutto nordico per i dettagli.
Albrecht Dürer fu l’artista che rinnovò la tecnica dell’incisione rendendo le raffigurazioni più umane, meno di tipo tardogotico, dando inizio alla grafica del rinascimento germanico. La mostra che si svolge in 10 sezioni ha il pregio di voler mettere a fuoco le diverse anime del Durer, come uomo e come artista. Così in mostra ci sono il ciclo dell’Apocalisse, che fu il suo primo grande successo, il San Girolamo nello studio la cui iconografia esprime la vita di raccoglimento e contemplativa, il Sant’Eustacchio, Il Cavaliere, la morte e il Diavolo, ma il punto focale è la Melanconia.
Per la Melanconia il curatore, Diego Gallizzi, ha scritto: “un’opera pregna di intellettualismo fin quasi all’esoterismo, che cela un vero e proprio autoritratto spirituale dell’artista, giunto alla melanconica presa di coscienza che un approccio razionale all’arte e al mondo non può che dare risposte insufficienti.”
Le opere del Dürer non hanno mai sazi vuoti, sono sempre piene di tanti particolari che lo fanno ben riconoscere come un artista nordico mediato dalla cultura italiana che l’ha portato ad addolcire le figurazioni e allo studio della prospettiva.
Proprio in occasione di quest’esposizione rara, poiché non è solito vedere tante realizzazioni messe insieme, dal 15 dicembre si potrà ammirare anche il dipinto La Madonna del Patrocinio che dopo 50 anni torna dalla Fondazione Magnani Rocca, sede dove si trova dal 1969, al Museo Civico delle Cappuccine. (foto 4)
Savina Fermi