Nel centenario della morte di Amedeo Modigliani la sua città natale, Livorno, gli dedica un’esposizione dal titolo “Modigliani e l’avventura di Montparnasse”. Le opere sono 14 oli e 12 disegni, più un centinaio di artisti suoi amici. E’ aperta dal 7 novembre 2019 al 16 febbraio 2020. Curatore Marc Restellini coordinamento di Sergio Risaliti. Catalogo Silas.
Questa mostra che è organizzata dal Comune di Livorno insieme all’Istituto Restellini di Parigi con la Fondazione Livorno, presenta le opere delle Collezioni Netter e Alexander, collezionisti che hanno aiutato Modì, così chiamato in Francia, nei primi anni parigini. Oltre alle opere di Modì, saranno esposti anche circa 100 capolavori sempre della Collezione Netter rappresentativi della cosiddetta Ecole de Paris che tanto scuola non era in quanto ogni artista aveva un suo stile precipuo.
Presentare 14 oli e 12 disegni inediti di Modì non è così poco se si pensa che dell’artista, sicure, in tutto si conoscono solo 250 realizzazioni. Amedeo Modigliani di famiglia ebrea decaduta, pur non potendo seguire studi regolari a causa della malattia tubercolare che ha finito per portarlo alla morte insieme alla vita disordinata, era un uomo di grande cultura avendo anche viaggiato molto in Italia. L’immobilità della pittura a lui contemporanea e il suo animo sensibile, mal gli facevano accettare la vita di provincia e così tentò l’avventura di Parigi.
Purtroppo non compreso in vita, ora è considerato uno dei più importanti artisti del primo Novecento. Gli artisti del gruppo nel quale si inserì erano uniti dal principio di considerare insieme la vita e l’arte. Modigliani ha potuto così creare dei veri capolavori con le sue figure allungate che risentono dell’arte di El Greco, piene di semplicità e freschezza, quasi sempre a pupille vuote, dimostrazione della sua arte troppo moderna e insieme troppo classica.
A Montparnasse prima, poi a Montmartre entrò in contatto con Guillaume Apollinaire, Chaïm Soutine, Paul Guillaume, André Derain, Maurice Utrillo e altri. Modigliani era bello, affascinante, passionale, peno di amanti, dedito all’alcool e alla droga pensando così di riuscire a sconfiggere il pensiero della sua malattia, al tempo incurabile, che lo avrebbe prima o poi portato alla morte, cosa che è avvenuta il 22 gennaio1920. Il suo stile inconfondibile gli aveva permesso di rendere immortali i suoi amici, le sue donne, i collezionisti e i “figli delle notti parigine”.
Tra le opere di Modigliani in mostra ci sono “Fillette en bleu” del 1918 dove il muro retrostante e il vestitino sono dipinti di bleu; Chaïm Soutine del 1916; Elvire au col blanc che è uno dei quattro quadri da lui dipinti di questa ragazza tra il 1918 e 1919; Jeune Fille rousse che è il ritratto della compagna Jeanne Hébutherne che si è uccisa due giorni dopo la sua morte. Tra i disegni, quelli per sculture ispirate dall’arte primitiva delle Cariatidi. Tra le altre opere, sempre della Collezione Netter, ci sono 4 capolavori fondamentali di Soutine, 4 di Utrillo, opere di Susanne Valadon, di Derain, di Moïse Kisling che ha lasciato un importante ritratto proprio di Jonas Netter. Tutte opere viste raramente in Italia. Una mostra importante che Livorno attendeva da anni.
Emilia Dodi