La città di Amelia in Umbria nel suo Museo Archeologico presenta una mostra installazione dal 10 ottobre 2019 al 31 gennaio 2020 che celebra il bimillenario della morte del grande condottiero generale romano Nerone Claudio Druso Germanico, deceduto il 10 ottobre 19 d.C. quando era sul punto di divenire imperatore. E’ curata da Marcello Barbanera.
E’ proprio Amelia nel suo Museo Archeologico che possiede l’unica statua completa del grande condottiero Nerone Claudio Druso Germanico che per questa celebrazione, ha allestito una mostra interattiva dove oltre alla grande statua in bronzo si vedono quadri che commemorano la sua morte, ritratti e rilievi in marmo con un percorso a racconto che ne celebra la vita.
Il generale romano vincitore in Gallia era molto amato dal popolo, nipote dell’Imperatore Tiberio che era il suo padre adottivo, era naturalmente destinato a succedergli, però a soli 34 anni improvvisamente morì e la morte è rimasta misteriosa. Tante sono state le illazioni degli storici, ma nulla è certo. La mostra ne racconta la vita attraverso le opere tra le quali il celebre dipinto di Poussin , ma soprattutto gira attorno alla statua di Germanico rivenuta ad Amelia nel 1963.
L’improvvisa morte fece sì che fossero al tempo erette molte statue delle quali si è conservata quella loricata in bronzo che dà l’avvio alla mostra dove non c’è solo l’interesse per la statuaria dell’epoca, ma i racconti delle fasi salienti della vita e morte che emergono attraverso le opere e arrivano al post-antico.
Così come affermato dal curatore Marcello Barbanera: “Una mostra installazione, perché attraverso sistemi di realtà aumentata il visitatore è trasportato nel mondo di Germanico tramite una narrazione visiva a carattere immersivo. Ho voluto parlare della morte di Germanico perché è l’oggetto di questo evento, uno dei più grandi pittori del ‘600, ci ha lasciato un quadro superbo, oggi conservato a Minneapolis rappresenta Germanico sul letto di mote circondato dagli amici e dalla famiglia, la mia idea è stata di rendere il visitatore parte di questo spettacolo”.
All’opera di Poussin fa da contraltare quella tra le tante più riuscita, cioè della moglie Agrippina che ritorna a Brindisi con le sue ceneri, dipinta dal pittore americano Benjamin West. Quest’esposizione proprio per la sua “contemporaneità” è fruibile da tutto il tipo di pubblico.
Anna Camia