Fino al prossimo 13 ottobre sarà in palcoscenico al Teatro Quirino Vittorio Gassman di Roma l’adattamento di un’opera di Eric–Emmanuel Schnmitt, uno tra gli autori teatrali più rappresentati sui palcoscenici d’Europa, operato da Michele Placido.
Qui l’attore-regista è si cimenta in palcoscenico in qualità di coprotagonista con l’ottima Anna Boniauto, vestendo i panni di un marito certamente scettico, sicuramente convinto della pressoché totale dannosità del matrimonio, inteso come vita a due.
Anzi, Gilles, questo è il nome di questo marito in malafede, non solo non concepisce, malgrado il suo comportamento apparentemente affettuoso, che sua moglie non sia altro che una “compagna di viaggio” ma addirittura arriva a considerarla una nemica, una persona che lo vorrebbe “distruggere” nel corso di un vero e proprio carosello vorticoso che si concretizza in un feroce battibecco condotto sul filo del rasoio della gentilezza.
Da un trauma subito a causa di una caduta, nasce una vera e propria battaglia coniugale, nel corso della quale nascono e si moltiplicano sferzanti e feroci cattiverie che la compagna di Gilles, Lisa, tenta di fronteggiare operando una sorta di ricostruzione della mente del marito apparentemente privato della memoria, sia pur mantenendo intatte le su facoltà intellettuali.
Un tentativo che evidenzia tutto l’amore che Lisa prova per Gilles e che si concretizza con appassionate risposte ai tentativi di lui di distruggere ciò che resta di un matrimonio, che fino a quel momento di confronto appariva del tutto come scorrere su binari sicuri poggiati anche e soprattutto sulla reciproca attrazione fisica.
Ma, come sempre, dal confronto, sia pure tagliente e che evidenzia tante cose che per il reciproco rispetto i due non si sono mai dette, nasce la soluzione alla conferma di un rapporto che la contorta mente di Gilles quasi stava per distrugger. Uno sfogo che nell’uomo provoca una metamorfosi positiva, uno svuotamento dalla cattiveria insita nel suo mestiere di scrittore di gialli che consente finalmente ai due di procedere serenamente nella loro vita dopo essersi reciprocamente liberati di tante cose avvertire ma mai dette.
La convinzione di Gilles che il matrimonio sia un continuo confronto tra due “nemici” cede quindi il passo alla riflessione che il confronto consente alla coppia di stabilizzarsi e di felicemente convivere.
Il lavoro di Schmitt, scrittore introverso e scettico, viene impreziosito dalle ingenue riflessioni di Gilles e dai sereni convincimenti di Lisa che Placido ha saputo astutamente evidenziare, ma non troppo con un atteggiamento benevolmente sornione. L’atmosfera a volte tragica a volte condita di una appassionata serenità, è ben resa dalle semplici ed efficaci scene opera di Gianluca Amodio e dalla accorta regia dello stesso Placido.
Andrea Gentili