Di padre in figlio

0

Alla guida di una horror comedy Christian De Sica dirige il suo nono film “Sono solo Fantasmi” scritto con Andrea Bassi e Luigi Di Capua, su soggetto di Nicola Guaglianone e Menotti.

Il mago Thomas (Christian De Sica) dopo una breve parentesi di notorietà nella tv cialtrona degli anni ‘80 ora è ridotto ad esibirsi alle feste dei bambini riuscendo a tirare su appena quanto basta per vivere. Sembra vivere nell’agio, Carlo (Carlo Buccirosso) trapiantato al Nord dove ha sposato la ricca figlia di un industriale. Nel patetico tentativo di integrarsi ha acquisito una specie di accento milanese che non è bastato però ad ottenere il rispetto della moglie che lo schiavizza né quello del suocero che lo umilia con una ‘paghetta’ mensile e crudeli battute sulla sua incapacità imprenditoriale.

Thomas e Carlo hanno in comune il padre e la notizia della sua morte li riunisce a Napoli nella malcelata speranza di un’eredità che possa sistemare la loro situazione economica.

Una brutta sorpresa li attende alla lettura del testamento. Scoprono di avere un fratellastro Ugo (Gian Marco Tognazzi) con problemi mentali e, peggio ancora, che dell’ingente patrimonio si è salvata solo la casa di famiglia, gravata però da un’ipoteca in scadenza.

Alla guida di una horror comedy Christian De Sica dirige il suo nono film “Sono solo Fantasmi”, il film distribuito da Medusa segna una nuova collaborazione con Brando De Sica, figlio dell’attore, ispiratore e promotore del progetto: “Brando è specializzato in film horror – ci racconta De Sica – oltre ad essere un appassionato. Forse perché da piccolo gli ho fatto vedere L’Esorcista ma è certo che senza di lui non avrei potuto farlo”.

Ambientato principalmente a Napoli la città che si rappresenta non è quella buia e nera della criminalità, niente Gomorra quindi ma una città solare, positiva “quella che piaceva a mio padre e che ha ispirato con il suo meraviglioso golfo le liriche di Di Giacomo”.

E quella delle strade, della gente, gli attori nati che si incontrano nei vicoli “René Clair diceva a mio padre che era fortunato, lui gli attori doveva andarseli a cercare alla Comédie mentre papà aveva la gente di Napoli.” E Vittorio è una presenza ben più che solo evocata sia nelle parole di De Sica che nel film “ci sono tanti richiami ai film di mio padre, come la signora Cuccurullo di Matrimonio all’Italiana con Mastroianni e la Loren e poi il padre dei 3 protagonisti si chiama Vittorio.”

Giocatore e donnaiolo impenitente Vittorio Di Paola ha avuto 3 figli da 3 donne diverse. “Mio padre ha avuto 3 figli da due donne. Ogni tanto poi usciva fuori una sorella. Un giorno ho ricevuto una telefonata dalla Spagna e una certa Victoria mi chiamava hermano. Al funerale di papà ricordo di aver visto una culona che metteva sulla tomba una madonnina. Si è girata e aveva la mia faccia: chi sei? Le ho chiesto. So’ Ines la figlia della sarta! Mio padre era così, ma era un genio mentre De Paola è un’incosciente che però ha il merito di rimettere insieme la famiglia.”

Per salvare quello che resta dell’eredità infatti i 3 fratelli si inventano il lavoro di cacciatori di fantasmi. La Paranormal Investigation porta presto fama e denaro ai De Paola che sfruttano la credulità della gente e le storie e leggende di fantasmi che popolano la tradizione partenopea per trasformarsi in veri acchiappafantasmi e trarne profitto. Non sanno i poveretti di aver evocato la terribile Janara, uno spaventoso spettro che per vendetta vuole distruggere Napoli.

C’è anche il ricordo del grande Tognazzi nel nome del personaggio (Ugo) interpretato dal figlio Gian Marco: “mio papà e Vittorio è come se ci proteggessero dall’alto. Christian mi ha regalato un personaggio con tratti di follia e infantilità che ricorda molto mio padre Ugo”.

Nel desiderio di esprimersi in un genere poco frequentato in Italia come l’horror/comedy De Sica racconta come avesse pensato di “realizzare un remake di Oscar Insanguinato con Vincent Price. Un progetto che avrebbe coinvolto anche Massimo Boldi. Nel ruolo di due attori arrabbiati con i critici che avevano stroncato le nostre carriere li avremmo uccisi tutti in modi diversi. Purtroppo ci sono stati problemi con i diritti ma ora sono molto contento di aver fatto questo Sono solo Fantasmi.”

Nell’invidiabile carriera di Christian De Sica resta un rimpianto “non essere riuscito a fare La Porta del Cielo il film sulla storia d’amore tra mio padre e mia madre. È la più bella sceneggiatura che abbia mai scritto e, anche se ormai sono troppo vecchio per fare papà a 45 anni spero ancora che qualcuno voglia produrlo. Chissà, magari Netflix”.

Ludovica Mariani

Nessun commento