Vedendola sorridere così dolce e tenera, è difficile immaginarla nel ruolo di una severa bambinaia, dotata di borsa, cappello e ombrello, Mary Poppins, mentre Giulia Fabbri, è una ragazza di poco più di trent’anni che, dopo aver conquistato il pubblico del Teatro Nazionale di Milano, fino al 6 gennaio 2020, cerca di sedurre anche quello del Teatro Sistina con il musical Mary Poppins. Visum l’ha intervistata.
“Beh, un pizzico d’emozione c’è sempre, ma il sapere che a Milano questo musical è stato un successo, la cosa mi tranquillizza. Mary Poppins è stato uno dei miei film preferiti da bambina – spiega a Visum – lo conosco a memoria. Questo personaggio è sempre stato uno dei miei preferiti. Prima del debutto a Milano, avevo già visto lo spettacolo teatrale a Londra e certamente ho realizzato un sogno interpretando questa parte. Un amore per il canto scoperto fin da quando avevo 16 anni – commenta – mi sono scoperta essere molto talentuosa. I miei genitori mi hanno sostenuta sempre, soprattutto nella scelta di intraprendere questo mestiere”.
Inevitabile un confronto con Julie Andrews. La spaventa?
“Il confronto con la Andrews non esiste affatto, neanche ci provo. Lei è la ragione per cui faccio questo mestiere. Mi ha sempre illuminato, e a maggior ragione adesso – dice – che interpreto Mary Poppins. La Andrews è un’attrice completa, elegante, aggraziata, dolce, accattivante, che non si dà arie da diva.”
“Il suo essere contraddittoria, il suo essere vanitosa e arrogante, senza risultare mai antipatica”.
Quanto somiglia Giulia Fabbri a Mary Poppins?
“Lei è sempre controllata, emotiva, senza mostrare mai i sentimenti. In comune con il mio personaggio ho l’ironia e una vena di pazzia. Ma mai potrei dire di essere perfetta come lei. Anche se io, almeno in scena, non posso mai sbagliare”.
“Sogno di fare Cinderella, ma anche un classicone come I Miserabili e West Side story
Giancarlo Leone