Alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma c’è una mostra dedicata alla collezione Vanni Scheiwiller dal titolo “Vanni Scheiwiller e l’arte da Wildt a Melotti”, con un numero notevole di opere e di documenti e libri d’arte. E’ curata da Giovanni Appella e Laura Novati e resta aperta fino al 19 gennaio 2020.
La GNAM rende omaggio a questo grande editore, conoscitore, amico di artisti e collezionista d’arte, a vent’anni dalla morte, presentando nelle sue sale la collezione che ha costituito con la moglie Alina negli anni della sua attività, iniziata quando era giovanissimo. Vanni Scheiwiller (1934-1999) nipote d’arte perché iI nonno era Adolfo Wildt, e il padre che fu uno dei primi editori a creare collane dedicare all’are, ha continuato la collezione iniziata dal padre dedicandosi al periodo contemporaneo.
I nomi di questa collezione sono tra i più importanti del primo e secondo Novecento e la visita di questa mostra fa entrare il pubblico in tutta l’arte del periodo. Gli artisti presenti sono un numero enorme per un’esposizione e sono 88 ognuno con una o più opere, per cui in questa sede è impossibile citarli nominalmente. Le opere sono della collezione e anche di collezionisti privati, che le hanno concesse con molto favore data l’importanza della sede. A queste vanno unite quelle in 6 bacheche contenenti libri d’artista, fotografie e altro.
Naturalmente il numero più cospicuo è quello di artisti italiani, non mancano però gli stranieri, in particolare molte sono quelle di Wildt e dell’artista amico più amato da Scheiwiller, ossia Fausto Melotti. Tra l’altro oltre ai nomi più altisonanti ci sono quelli che negli anni ’50-’60 figurativi, “andavano per la maggiore” come si suol dire, che oggi però vengono meno considerati pur nella loro grandezza, così come i primi astratti. Scheiwiller portò una sede dell’editoria anche a Roma e vi soggiornò spesso a casa della nonna materna Wildt, conoscendone meglio l’ambiente artistico.
Naturalmente ci sono i nomi di: Prampolini, Melotti, Picasso Capogrossi, Casorati, Castellani, Consagra, De Chirico, Fontana, Gentilini, Gilla, Licini, Modigliani, Munari, Pannaggi, Parmeggiani, Savinio, la Raphael, Severini, Scipione, Veronesi per citare quelli più noti al grande pubblico, non tenendo conto né del tempo, né della scuola. La mostra è in un certo senso divisa per periodi, inerenti la vita di Scheiwiller:quello della formazione a Milano, il suo impegno assoluto nell’editoria d’arte, e il periodo da Milano a Roma.
Una mostra coinvolgente per chi desidera conoscere lo sviluppo dell’arte nel ‘900.
Emilia Dodi