Fino al 13 aprile 2020 il KMAV Fondazione Modena Arti Visive presenta una mostra del grande fotografo giapponese Kenzo Izu con 55 foto da lui donate al FMAV dal titolo “Requiem for Pompei” . Curatori Chiara Dall’Olio e Daniele De Luigi.
La Fondazione Arti Visive di Modena che ha un rapporto avvantaggiato con la fotografia della quale è divenuta il punto di riferimento in Italia, presenta 55 foto inedite donate dal grande fotografo giapponese che dal 1970 vive a New York, per una mostra dal titolo “Requiem for Pompei”.
Le foto si sono avvalse anche delle riproduzioni dei calchi in gesso prestati dal Parco Archeologico di Pompei che è anch’egli promotore dell’esposizione. Kenzo Izu è sempre stato affascinato dalle vestigia della grandi civiltà scomparse, dopo il suo primo viaggio in Egitto ha trovato particolarmente suggestivo poter fotografare i resti dell’eruzione del Vesuvio di Pompei avvenuto il 79 d.C. e sepolti sotto la cenere e i lapilli.
L’intenzione dell’artista non è stata certo quella di voler documentare i resti di Pompei, quanto tramettere la sensazione fra meraviglia e distruzione che si avverte dalle rovine, insistendo sull’idea di quanto è rimasto il giorno dopo la grande eruzione. Secondo Daniele Pittèri direttore del FMAV: “Le trace umane che Kenzo Izu dissemina fra le rovine della Pompei spazzata via dalla violenza della natura, anche grazie allo straordinario bianco e nero delle sue immagini, così nitide e dolenti, tessono la partitura per un requiem della civiltà contemporanea, su cui incombe la possibilità della catastrofe, per mano non solo di una natura costantemente bistrattata che prima o poi chiederà pegno, ma anche per mano della scelleratezza umana……..”.
Secondo i curatori: “Kenzo Izu ha la straordinaria capacità di abbattere i muri del tempo, creando immagini sublimi che ci accomunano nello spirito a uomini di altre epoche, luoghi e civiltà. La sua preghiera per Pompei ci avvicina alle vittime di quella lontana tragedia ma al tempo stesso, come l’artista sottolinea, porta in nostro pensiero di drammi analoghi che possono verificarsi oggi in qualunque momento e luogo del mondo”.
Massimo Osanna direttore del Parco Archeologico ha tenuto a sottolineare che: “ I calchi di Pompei, che da sempre suscitano la curiosità e a volte la morbosità dei visitatori, sono stati la grande intuizione di Giuseppe Fiorelli che è riuscito in tal modo a dare forma al dolore della morte restituendo memoria e pietà alle vittime dell’eruzione”.
Come tutte le mostre di Kenzo Izu è indubbiamente di forte impatto.
Anna Camia