Nell’ambito di Art City Bologna nel Museo della Musica c’è la mostra di Donatella Lombardo che resterà aperta fino al 23 febbraio 2020. E’ curata da Uliana Zanetti con la collaborazione scientifica di Anna Rosa Vannoni, Dario Lo Cicero e Fondazione Adkins Chiti Donne in Musica.
Promossa dal MAMBO e dal Museo della Musica in collaborazione con la Galleria Spazio Testoni, quest’esposizione decisamente particolare dedicata alle partiture di musiciste dimenticate o poco rivelate dal XII al XX secolo, mantiene comunque la base del lavoro di questa giovane artista nata nel 1980 che nella sua ricerca è partita dalla tessitura e anche in questo caso, pur con modalità differenti, la base è il tessuto.
I lavori che presenta Donatella Lombardo hanno per fondo la storiografia musicale che l’ha spinta a mettere in luce musiciste ingiustamente considerate sotto tono perché donne. Pur con musiche valide: Hildelgard von Bingen, Maddalena Casulana, Franca Caccini, Barbara Strozzi, Isabella Leonardo, Elisabeth Jacquet de la Guerre, Fanny Helsel, Anna Bon e altre, hanno cercato di introdursi in un campo nel quale, in quanto donne, erano escluse pur con la loro riconosciuta abilità.
Ancor oggi sono note poco ascoltate in cerca di traduzione esecutiva, di interpreti accreditate e soprattutto di un pubblico che attenda di ascoltarle. Per questo la Lombardo ha deciso di intervenire sulla loro scrittura non solo per un doveroso risarcimento storico sui loro testi musicali, ma interrogandosi sulla loro interpretazione e sul significato del loro recupero, tentando una vera traduzione visiva di queste musiche.
Per Donatella Lombardo aver associato queste partiture al ricamo e alla tessitura è l’esito naturale della sua ricerca artistica che pur partendo dalla pratica tessile, vuol evolversi attraverso codici linguistici e rapporti sociali dove dall’artigianato alle arti visive, alla cultura digitale, si arriva in questo caso a far coincidere composizione artistica e musicale. In effetti la sovrapposizione di stampa digitale, cucito, spilli e fuselli alle partiture, a volte al senso contrario a quello di lettura, pur scombussolando il canone originale, corrisponde effettivamente a un medesimo linguaggio.
Le Partiture Mute sono ricami su tessuto di partiture di musiciste attraversati da fili intersecati dalla Lombardo, che hanno come supporto un telaio che le incornicia parzialmente ed è convesso sottolineando l’andamento di lettura delle opere appese alle pareti.
Anna Camia