Al Teatro Golden è in scena una commedia intelligente e di spessore, dal titolo Doppio Misto, scritta e diretta da Danilo De Santis, che ne è anche interprete (nella parte di Armando, allenatore di tennis) a fianco di Milena Miconi (nel ruolo di Mara), Marco Fiorini (Giulio, il marito) e Giulia Todaro nei panni di Luna, la loro figlia.
Lo spettacolo ha una scenografia originale: si svolge infatti in un campo da tennis, con tanto di rete e di strisce, che è stato ricostruito al centro della originale platea del Teatro Golden, mentre alcune retroproiezioni trasformano la parete di fondo in spogliatoi per gli atleti.
Si tratta di una commedia ispirata a quella che, molto spesso, è la realtà del tennis praticato a tutti i livelli, in cui l’emulazione fa spaccare racchette, fa chiedere scusa quando si vorrebbe fulminare con gli occhi l’avversario e via discorrendo: e chi gioca a tennis, anche su campetti di periferia, sa bene di cosa stiamo parlando!
La storia che ci viene proposta, inizia con l’ennesima partita tra Armando e Giulio, due amici-rivali di vecchia data, pronti a sfiorare la lite per un punto chiamato fuori o per un net di troppo.
D’altro canto, Armando è anche l’allenatore di Luna (la figlia di Giulio), la quale, grazie a lui, è riuscita a entrare nelle classifiche mondiali, mentre papà Giulio ha abbandonato a suo tempo la carriera di tennista, per amore di Mara, che aveva ritrovato dopo aver interrotto ogni rapporto con lei per diversi mesi.
Si festeggia, appunto, l’ingresso di Luna nel professionismo; in programma una partita di doppio misto e poi, chi perde offrirà il pranzo. Ma una serie di fatti iniziano ad emergere, per puro caso, in fugaci dialoghi tra mamma e figlia.
Fatti che fanno rivelare altre circostanze, episodi impensabili, dubbi e paure. Ecco: qui, diventa difficile, per chi scrive, raccontare di più, poiché saremmo costretti a svelare delle cose, che toglierebbero il gusto di andare a vedere a teatro questo lavoro realmente meritevole di attenzione.
Ci limitiamo a dire che l’adolescente Luna, alle prese con i primi amori, fa emergere un conflitto generazionale con i genitori; che Armando è un “mammone” ma anche un “piacione”; che Giulio e Mara vorrebbero che la figlia diventasse ciò che loro non sono riusciti a diventare.
In altre parole, il tennis diventa una vera e propria metafora della vita, la quale non ti permetta di sbagliare i tempi: arrivare sotto rete con una frazione di ritardo, vuol dire perdere il punto, una palla che si smorza sulla rete e scende dall’altro lato è un segno di…. fortuna!!!!
Ma questa commedia, intelligente e sottile, ha un grande pregio: l’evolversi della trama (che non vi riveleremo neppure sotto tortura!) rischia a poco a poco di trasformarsi in “tragedia”, per i sospetti e per i fatti che vengono svelati; e l’abilità dell’Autore e di tutti i protagonisti, grazie alla loro interpretazione, consiste proprio nel fare in modo che questo “dramma” potenziale si colori di ironia e di irresistibile comicità!
Sotto questo profilo, ci sembra che Danilo De Santis, in qualità di autore, abbia fatto un notevole salto di qualità. Già alla sua sesta esperienza come autore teatrale, firma una regia inappuntabile ed interpreta perfettamente il ruolo di Armando, che evidentemente si è “cucito” su misura!
Marco Fiorini conferma ancora una volta le sue grandi capacità recitative e la duttilità nelle diverse situazioni. Milena Miconi con la sua inconfondibile vis comica, fa dell’ironia un’arma vincente. E anche la giovane Giulia Todaro, brava nello sciorinare “perle” di gergo giovanile, si rivela una promettente realtà.
Molto apprezzati i simpatici e riuscitissimi interventi in video di Claudio “Greg” Gregori, il quale spiega come il tennis è in realtà “lo sport del diavolo”. Video che sono stati curati egregiamente da Claudio Piccolotto. Le scene sono di Andrea Simonetti.
Va ricordato che lo spettacolo è stato prodotto dalla LSD di Lillo e Greg
Nel complesso abbiamo visto uno spettacolo innovativo, molto divertente, ricco di ironia e pervaso da una comicità profonda e intelligente.
Sicuramente da non perdere!
Salvatore Scirè