ll M.A.X. Museo di Chiasso (Svizzera) dall’8 marzo al 3 settembre presenta l’opera grafica del grande artista svizzero Alberto Giacometti. La mostra è curata da Jean Soldini.
Il M.A.X. Museo apre la stagione del 2020 omaggiando uno dei più importanti artisti del XX secolo Alberto Giacometti (1901-1966) presentando l’intero corpus grafico con prestiti che provengono da musei e collezionisti privati. E’ la prima volta che viene dedicata una mostra di grafica a colui che viene considerato uno dei più importanti scultori del XX secolo. Giacometti invece considerava il disegno e la sua trasposizione sulla matrice, la base di tutte le sue opere. Una volta ebbe modo di dichiarare” di qualsiasi cosa si tratti, di scultura o di pittura, è solo il disegno che conta”.
Albero Giacometti era padrone di tutte le tecniche impiegate per la grafica: xilografia, incisione a bulino, acquaforte e puntasecca. Questo sarà mostrato mediante oltre 400 fogli e libri d’artista. Inoltre a complemento saranno presenti le suggestive foto realizzate dall’amico Ernst Scheidegger che dal 1943 ha documentato con immagini e filmati l’arte la vita privata di Giacometti. Si rivelerà una mostra particolarmente interessante in quanto, almeno in Italia, sono sempre state privilegiate le esposizioni della sua importante sculture, e solo marginalmente di disegni, ma non di grafica propriamente detta.
Sarà un nuovo modo di conoscere il grande artista, poiché è finalmente chiaro che la grafica è di grande importanza, come dimostrato recentemente da una grande esposizione della Collezione Vaticana a Roma. La mostra è divisa in quattro sezioni e per ciascuna di queste viene proposto un dipinto, un disegno o una scultura particolarmente significativo per comprendere il rapporto tra i diversi mezzi di espressione. Giacometti dopo essersi interessato di arte mesmerica, africana, precambriana e arte egizia, ha subìto il fascino del cubismo e del movimento surrealista, ritornando poi alla figura umana con la sua particolare ricerca che non permette vedendo le sue opere, a nessuno, di dimenticare che sono di Alberto Giacometti.
Savina Fermi