A Matera nel Museo Nazionale Arte medievale e moderna della Basilicata Palazzo Lanfranchi è aperta al pubblico la mostra “Trame Doppie. Marisa LaI e Antonio Marras”, coprodotta, organizzata e coordinata dal Polo Museale della Basilicata e dalla Fondazione Matera Basilicata 2019. Resterà aperta fino all’8 marzo 2020.
La mostra è stata fortemente voluta da Antonio Marras che l’ha creata con Francesco Maggiore per celebrare Marisa Lai e il loro sodalizio, artista anch’essa nata in Sardegna, che Marras ha definito “una compagna di viaggio, una musa, un’amica geniale affettuosa e custode dell’anima”, scomparsa nel 2013. In esposizione oltre 300 opere tra quelle della Lai, quelle di Marras e quelle firmate da entrambi.
Marisa Lai, artista celebrata da anni con la sua continua ricerca sui materiali impiegati, telai, ceramiche, terrecotte, libri cuciti, scritture illeggibili e materiche, fino agli interventi ambientali e Antonio Marras, che ha praticato varie forme d’arte dalla moda, ai costumi, con la partecipazione a numerose mostre fino alla regia, dedicandosi ormai quasi in toto alle forme scultoree, avevano creato un sodalizio ripercorrendo le tappe di un diario intimo, determinante e operoso, basato sulla leggerezza e sensibilità.
La mostra racconta in primis il rapporto umano e artistico di due figure che hanno trovato nel fare insieme, spesso lavorando con le mani, la cifra di un’intesa speciale. Infatti è stata proprio Marisa Lai ha capire il grande potenziale artistico di Antonio Marras e a spingerlo a dedicarsi in toto all’arte, in quanto entrambi amavano dare nuova vita a scarti e a oggetti dismessi. Marras ha dichiarato: “la cosa che più mi appassiona e mi interessa è dare voce a degli elementi che apparentemente sono muti e forse colpiscono solo me, ma poi lavorandoci cerco di creare un linguaggio perché questa ispirazione diventi cosa reale e si traduca egli oggetti che mostro”.
Impossibile in questa sede dare conto nello specifico di ciò che si trova nelle varie sale del museo. Al primo livello ci sono libri sfilacciati, disegni e acquarelli realizzati dalla Lai che dialogano con le Orfanelle istallazione di Marras, opere luminose che conducono all’abito Fililailai realizzato da Marras per la Lai e allestito come un dipinto. Nel corridoio ci sono i grandi arazzi di Marras tessuti in Afghanistan che sono stati ricamati in Sardegna con l’applicazione di vecchie giacche. Al primo piano una serie di 120 disegni realizzati dalla Lai nel 2019, seguono poi le stanze dove 73 ritratti con vecchie cornici e due telai realizzati da Antonio Marras dialogano con una scultura in ceramica dedicata alla Lai.
Al secondo e ultimo piano il visitatore è accolto da 14 braccia in ceramica, opere in stoffa, 20 campane di vetro disposte su tavoli di ferro che conservano taccuini di appunti di Marisa, circondati da 30 bozzetti dell’artista preparati per la realizzazione dell’opera sul grande muro di casa della Lai “Tra fili e pensieri”. Nella sala delle Arcate interagiscono i lavori creati dai due artisti. In mostra anche fotografie di Daniela Zedda con le immagini della Lai e di Marras.
Savina Fermi