Torna il 19 febbraio su Rai 2 la seconda stagione de ll Cacciatore con protagonista il magistrato Saverio Barone, interpretato da Francesco Montanari alla caccia del mafioso Giovanni Brusca, carceriere del figlio di Santino Di Matteo.
Liberamente ispirata alla vera storia del magistrato Alfonso Sabella, raccontata nel suo libro Cacciatore di Mafiosi (edito da Mondadori), la serie in quattro serate segue le vite degli uomini che, nel bene e nel male, hanno scritto una pagina indelebile della storia d’Italia. Da un lato gli uomini della giustizia, costretti a vivere all’ombra del pericolo, mentre cercano di preservare un barlume di umanità e proteggere le persone che amano; dall’altro i boss, belve in fuga, ferite, ma capaci di rispondere alle minacce con una violenza implacabile.
Il Cacciatore – Seconda stagione è una coproduzione Cross Productions, Beta Film in collaborazione con Rai Fiction, diretta da Davide Marengo, creata da Marcello Izzo, Silvia Ebreul e Alfonso Sabella. È la storia di uomini che per ottenere ciò che vogliono non esitano a fare terra bruciata di tutto ciò che li circonda, per scontrarsi alla fine in un faccia a faccia tra le ceneri.
“Per stanare la preda bisogna bruciare il bosco“. E questa indagine, con il suo corollario umano, di senso e di significato, rappresenta il terreno su cui si muoverà la trama della seconda stagione de Il cacciatore. La serie Rai vede protagonista Francesco Montanari nei panni del sostituto procuratore Saverio Barone che dice: “dopo la scoperta che il piccolo Giuseppe Di Matteo è stato ucciso, Barone lo troveremo più agguerrito che mai, si sente in colpa è come un toro che vede rosso, vuole fare solo terra bruciata intorno“.
La serie riprende da dove è terminata la prima. Siamo nel 1996 e Saverio Barone – nome con cui nella serie viene chiamato il magistrato Sabella cui il protagonista è ispirato – si sposa con la compagna Giada (Miriam Dalmazio). Sul matrimonio però incombe la sorte del piccolo Di Matteo, sequestrato dalla mafia per ricattare il padre pentito Santino e sciolto nell’acido per volontà di Giovanni Brusca (Edoardo Pesce). “Questo per Saverio Barone è un punto di non-ritorno perché – aggiunge Montanari – Di Matteo per lui era un’ossessione, influisce anche nei suoi rapporti personali“.
“Questa è una stagione dolorosa – spiega Montanari nel corso della presentazione a Viale Mazzini, anche di solitudine – perché Saverio, non è riuscito a mantenere la sua promessa, quella di salvare il piccolo Giovanni di Matteo, ed entra in un inferno feroce e sanguinolento di vendetta. Diventa un’ossessione e a farne le spese sono le persone a lui vicine. E’ un toro che vede rosso. Inizia la sua caccia ai malavitosi e sarà senza tregua. Terra bruciata: per mirare alla preda brucerà il bosco“.
Montanari tiene a sottolineare: “Non è un biopic ma una storia ispirata a fatti veri. Per me, la sceneggiatura diventa una bibbia. Poi, con gli sceneggiatori, si decide una linea emotiva da seguire. Nella prima stagione, abbiamo lavorato sull’auto-affermazione. Nella seconda mi scontro con il fallimento, la voglia di vincere non basta più, Saverio si scontra con il muro per eccellenza. Barone cambia pelle. Tutti cambiamo pelle. Le persone che ne faranno alle spese sono anche quelle a lui vicine: la moglie e Carlo Mazza (Francesco Foti)”.
Una scelta importante per la Rai la coproduzione di questa fiction.
Il direttore di Rai Fiction Eleonora Andreatta lo spiega chiaramente. “E’ una serie potente e innovativa, ispirata alla realtà e con una forte capacità di denuncia, prosegue sulle ali del successo in Italia e all’estero della prima. L’originalità della serie – dice – comincia dal protagonista scisso – e che si sdoppia anche nella voce off – l’ossessione della caccia e il risvolto della rabbia, dell’egoismo, del sospetto. L’originalità del Cacciatore sta nel porsi oltre i limiti di questi generi, nel punto di attrito dei due livelli che attraversa i protagonisti, Barone anzitutto, ma anche gli altri pm e gli antagonisti mafiosi“.
Alla domanda sul perché si è scelto di mandare una serie pluripremiata e apprezzata all’estero come il Cacciatore su Rai2, Andreatta replica: “La Rai deve avere un’articolazione differenziata sulle varie reti. Il linguaggio di questa serie è più adeguato per Rai 2. E’ una serie dalla complessità narrativa più ricca. Il Cacciatore non è soltanto una storia di genere, ma è una serie che mira ad un pubblico più giovane, in linea con gli obiettivi della seconda rete“.
Carlo Salvatore