Alla Sala Umberto di Roma, poi in tournée lo spettacolo di Michela Andreozzi per la regia Massimiliano Vado, intitolato Le figlie di E.V.A. In scena Maria Grazia Cucinotta, Michela Andreozzi e Vittoria Belvedere. Con le attrici Marco Zangaro. Visum ha incontrato le protagoniste della pièce.
“Da un soggetto cinematografico che avevo scritto con Vincenzo Afieri. Volevo lavorare con Vittoria, che conoscevo artisticamente, e con Maria Grazia con cui avevo fatto amicizia durante un Festival e mi era piaciuta tanto, soprattutto il suo lato spiritoso, decisamente inedito. Ci siamo messi alla ricerca di un testo – spiega l’autrice del testo – ma non si trovava nulla che ci soddisfacesse davvero. Così con Grazia Giardiello abbiamo deciso di sviluppare per il teatro questa idea che era nata per il cinema. Ha funzionato”.
“Credo con serietà, paradossalmente perché si tratta di una commedia. Volevamo lavorare insieme, avevo questa idea di personaggio da cucirle addosso (il testo è stato sviluppato su di noi, su misura) e lei mi ha dato fiducia”.
“Questa è la mia prima volta in teatro, ho sempre avuto la fobia del palco. Sono veramente felice di aver iniziato con una commedia. Anche questa è una novità per me. Devo ringraziare Michela, Vittoria e Marco che insieme al regista Massimiliano Vado mi hanno fatto superare la mia più grande fobia. Si può sempre imparare nonostante 33 anni di carriera ed io sono felice di sperimentare”.
“Nella commedia interpreto il ruolo di Victoria, una donna ricca, viziata che non ha mai avuto un problema in vita sua, sposata con il sindaco. Vive in una sorta di mondo parallelo – dice a Visum – fino a quando non si trova catapultata nel mondo reale, a causa del marito, che la lascia in diretta nel suo programma preferito per scappare con una modella. Lì comincia il suo incubo che si trasformerà in una crescita e soprattutto a prendere conoscenza della vita reale”.
“Nulla è facile nel nostro lavoro!! Non lo è mai stato, ma io non mi lamento, non sono una bulimica del video, mi piace anche stare alle spalle della camera, mi piace la regia, la produzione e soprattutto lavorare con i giovani e farmi rapire dal loro entusiasmo”.
“Il ‘nostro’ spettacolo direi. Tre aggettivi? Brillante, femminile, energico”.
“Il mio personaggio è Antonia, una professoressa di latino, supplente e con la sindrome di ‘Tourette’ che vive costantemente sotto ricatto di questo politico corrotto e meschino, Nicola Papaleo. Per ottenere un posto fisso, deve far prendere la maturità al figlio ignorante e tossico”.
“Il rapporto che c’è con Michela e Maria Grazia, oltre a stimarle entrambe, è un rapporto tra amiche che vivono girando per i vari teatri d’Italia, come se fossimo sempre in gita scolastica. Ridiamo molto e siamo molto affiatate. Il segreto, secondo me, è che siamo semplicemente affermate professionalmente e privatamente”.
“E’ vero: mangiamo sempre tutte le sere un pacchetto di patatine a testa. In realtà è colpa mia, sono io che ho trasmesso questo vizio a tutte e due. Io prima di andare in scena ho bisogno di sale, non so perché e il pacchetto di patatine è il modo più veloce per assumerlo appagando anche la fame. Naturalmente rubandone qualcuna ogni sera, alla fine hanno capito che dovevano comprarsele anche loro”.
Andreozzi: “Sto scrivendo il mio terzo film e il prossimo spettacolo, anche se comunque fino al 2021 gireremo con Figlie di E.V.A. per il terzo anno di repliche. Ci vogliono!”
Belvedere: “Sicuramente la ripresa di Figlie di E.V.A. per il terzo anno e poi ancora Teatro, teatro, teatro”.
Giancarlo Leone