Un’autocritica dei genitori nei confronti dei figli

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Al Teatro della Cometa di Roma, fino al 1 marzo, il nuovo, divertente spettacolo di Marco Falaguasta, Neanche il tempo di piacersi, scritto dallo stesso Falaguasta con Alessandro Mancini e Tiziana Foschi che ne ha curato anche la regia.

Al Teatro della Cometa di Roma, fino al 1 marzo, il nuovo, divertente spettacolo di Marco Falaguasta, Neanche il tempo di piacersi, scritto dallo stesso Falaguasta con Alessandro Mancini e Tiziana Foschi che ne ha curato anche la regia.

Solo in palcoscenico l’attore presenta un divertente monologo dove mette in evidenza un tema attualissimo: il distacco delle giovani generazioni dai genitori che oggi è ancora più marcato in quanto la gioventù è sempre più presa dai social, dai computer, da Instagram, Facebook, mentre i genitori sono rimasti un po’ indietro e non si sono messi al passo con i tempi.

 

Marco Falaguasta fa autocritica nei confronti della generazione dei cinquantenni, quella alla quale appartiene anche lui, e forse si rende conto che quei genitori cinquantenni hanno sbagliato qualcosa nel consentire modi di fare, usi cui un tempo neanche ci si pensava. Tutto ciò lo fa con molta ironia, divertendo il pubblico che si ritrova indubbiamente in tante situazioni, sia come genitori che come ragazzi di un tempo che fu.

 

Astutamente, infatti, Falaguasta fa un confronto fra gli usi e le mode di oggi con quelle di una volta, rapportando i propri comportamenti con quelli dei suoi figli, totalmente diversi quando lui aveva la loro età. Era inconcepibile una volta andare in discoteca e ritirarsi alle tre di notte, massimo a mezzanotte. Oggi è una moda. Chi ha nostalgia di quei tempi, con Falaguasta rivive particolari situazioni di un tempo, degli Anni ’70 – ’80 quando si facevano le feste in casa, dove sempre qualche genitore vigilava, alle maschere di Carnevale riciclate da fratello a fratello, ricucite e aggiustate dalla figura mitica della nonna, che s’impicciava di tutto.

Ricorda il mitico “Ciao” della Piaggio, la prima gita ad Ostia con quella motoretta e dietro una ragazza alquanto disinibita che faceva lei le avances. Ma non solo questo: nello spettacolo viene messa sotto la lente d’ingrandimento tutta la società moderna, sempre con molta ironia. Si parla di banche, di burocrazia che non viene incontro alle esigenze dei cittadini: pezzo forte del monologo il tentativo di far cancellare una multa, già annullata con sentenza del giudice di pace. Non c’è stato verso e alla fine l’attore ha deposto le armi.

Molte cose raccontate dall’attore nello spettacolo gli sono veramente accadute: ma, ed è qui la sua bravura, seppur rocambolesche ha saputo trasformarle in pezzi di comicità ad alto livello, divertendo ancor di più il pubblico che applaude fragorosamente.

Un altro momento meno comico ma quasi commovente e delicato, profondo, il monologo finale rivolto alla figlia alla quale si capisce vuole molto bene, un amore reciproco. Un monologo dedicato a chi è genitore, ma anche a chi è figlio.

Un ottimo spettacolo questo Neanche il tempo di piacersi che vale la pena di essere visto. Marco Falaguasta è un vero istrione da palcoscenico, sa tenere bene la scena, grazie anche alla sapiente regia di Tiziana Foschi che ha dato il suo tocco. Imperdibile.

Giancarlo Leone

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