Botto & Bruno ai Musei Reali di Torino

0
Botto e Bruno The Ballad of Forgotten Places Musei Reali di Torino

Gli artisti Botto &Bruno entrano dal 20 febbraio 2020 a far parte della Galleria Sabauda dei Musei Reali di Torino con l’opera “The Ballard of Forgotten places” vincitrice della terza edizione del concorso Italian Council che promuove l’arte contemporanea italiana nel mondo promosso dal MIBACT.

Botto e Bruno
The Ballad of Forgotten Places Musei Reali di Torino

Il progetto che riguarda il duo Botto & Bruno è stato sviluppato con la Fondazione Metz in stretta collaborazione con il Segretariato regionale per il Piemonte del MIBACT che ha promosso il concorso Italian Council del quale i due artisti hanno vinto il premio della terza edizione. Quest’opera che ha molta attinenza con il luogo nel quale è permanentemente posta, è stata già allestita prima ad Atene nel National Museum of Contemporary Art (EMST) nel 2018-2019, poi a Lisbona nel Capintarias de São Lázaro nella primavera del 2019 e poi a Nizza (le109) al Pole de Culture Contemporaine nell’autunno 2019.

 

 

Botto e Bruno
The Ballad of Forgotten Places Musei Reali di Torino

L’installazione ben si posiziona concettualmente negli spazi della Galleria Sabauda decorata in modo neobarocco, nella Sala degli Stucchi e propone una riflessione sul tema della memoria, in modo contemporaneo, dato il suo affaccio sulla stratificazione di edifici che vanno dai residui romani agli anni ’70 del Novecento, mostrandosi proprio come un luogo di passaggio in modo che ben si adatta alle intenzioni dei due artisti torinesi. L’opera presenta una struttura che si inserisce tra le tracce dei segni del tempo e delle culture che l’hanno modellata e costruita.  Nella concezione di Botto & Bruno:“ i luoghi marginali hanno bisogno di essere protetti e curati e soprattutto hanno bisogno che le perasone si attivino a conservarne la memoria”. 

Botto e Bruno
The Ballad of Forgotten Places Musei Reali di Torino

The Ballad of Forgotten Place è in effetti una grande struttura al cui interno si conserva un’immagine di paesaggio suburbano pieno di ossidazioni, macchie, reperti a testimonianza di luoghi scomparsi, una specie di immagine dell’azione temporanea. Al centro dello spazio sopra un basamento è posizionato un libro d’artista di trecento pagine, dove ci sono una serie di fotografie scattate dai due artisti che documentano vent’anni di lavoro, modificato pittoricamente con la stessa tecnica delle immagini a pare che rappresentano luoghi scomparsi, dimenticati o modificati. Come spiegano i due Artisti: “ci sembra che l’idea di una casa che seppur fragile, diroccata, scelga di proteggere la testimonianza di questi luoghi perduti ci sembra l’unica via per poter costruire le basi per un nuovo e più costruttivo approccio per affrontare le problematiche sull’ambiente”.  

Il museo quindi diviene in questo caso il contenitore che ha il compito di proteggere queste rovine e le stesse hanno la responsabilità di conservare la memoria dei luoghi. Quest’installazione è in effetti una riflessione sul ruolo dell’arte quale strumento indispensabile per trasformare l’estetica del presente.

Anna Camia

Nessun commento