Solo per pochi giorni, causa il coronavirus, è tornato in scena, dopo tanti anni di assenza sul prestigioso palco del Salone Margherita di Roma, Maurizio Mattioli con la nuovissima versione di Ecchime qua. Al suo fianco la bella e brava Francesca Ceci.
Solo per pochi giorni, causa il coronavirus, è tornato in scena, dopo tanti anni di assenza sul prestigioso palco del Salone Margherita di Roma, Maurizio Mattioli con la nuovissima versione di Ecchime qua. Al suo fianco la bella e brava Francesca Ceci. Ambedue sono a proprio agio su questo palcoscenico che li conosce bene, dai tempi della Compagnia Il Bagaglino, lui, e del Marchese del Grillo, con Pippo Franco, lei. Lo spettacolo rappresenta per l’attore romano un po’ il ritorno alle sue origini. Infatti Mattioli ha accolto il pubblico in teatro come se fosse nel salotto di casa sua, quasi a voler premiare un rapporto consolidato negli anni. Un abbraccio, un cammino, un guardarsi negli occhi attraverso battute, gag, monologhi, canzoni.
Maurizio Mattioli è letteralmente circondato sul palco da una scenografia di cassetti, da dove escono fuori monologhi, scenette, canzoni, i personaggi a cui ha dato vita, con le sue innumerevoli battute.
L’attore, che si è diviso fra cinema, teatro e televisione, ora con questa nuova versione di Ecchime qua può guardare il suo pubblico negli occhi e parlare alla platea in tono confidenziale, sfondando la classica quarta parete, quella che divide gli attori sul palco dalla platea teatrale. Ha ricordato l’amico Franco Califano, affermando senza paura, “che ha pagato più di quello che doveva pagare, lo dico perché si sappia in giro”, a cui ha dedicato un omaggio canoro, con due bellissime canzoni. E poi, libero accesso alle gag, alle canzoni più care, alla citazione di personaggi famosi, da Garibaldi a Trump, non dimenticando le foto che lo ritraggono in compagnia sia di Bruno Conti, giocatore della Roma, che di Bruno Giordano, giocatore della Lazio, rispettando la par condicio.
Non sono mancati aneddoti della sua vita privata, dal primo incontro amoroso con la ragazzetta nella vecchia Fiat 500, fino all’amico del quartiere mezzo cieco, che girava e guidava come un pazzo una grossa moto Kawasaki.
Non poteva mancare il recitare la poesia “Ti amo” di Stefano Benni, dal finale inaspettato. E poi altri ricordi che scorrono, con una serie di istantanee sullo schermo che lo ritraggono con Franco Califano, Oreste Lionello, Pier Francesco Pingitore, Massimo Boldi, Enrico Brignano, Gigi Proietti, Armando Trovajoli, autore delle musiche della commedia musicale Rugantino, dove Mattioli egregiamente ereditò per tanti anni il ruolo di Mastro Titta, che era stato precedentemente di Aldo Fabrizi e poi altri personaggi a lui cari.
L’attore, come dicono a Roma, ha “core”: infatti si è commosso ricordando gli amici veri che lo hanno aiutato nella vita, uno per tutti Pier Francesco Pingitore, patron del Salone Margherita.
Con Maurizio Mattioli, sul palco, la bella presenza femminile di Francesca Ceci, attrice brillante e versatile. Ha interpretato una galleria di personaggi che hanno potuto mettere in luce le sue abilità di trasformista e di cantante: la maestra di scuola, la colf stonata, la badante, l’amante. E poi Eva, la prima donna nel Paradiso terrestre, che in romanesco ha duettato con il diavolo Mattioli.
Ai testi hanno collaborato Pablo e Pedro, ossia Fabrizio Nardi e Nico Di Renzo, con Stefano Fabrizi e Nazareno Mattei, oltre allo stesso Maurizio Mattioli. Dai cassetti della memoria sono uscite tante cose che hanno ricomposto il mosaico di un vissuto artistico; da quelli di Maurizio Mattioli è uscita la volontà di un contatto con il pubblico al quale, con la sua classica “romanità”, ha detto: “Ecchime qua”. Mescolando sentimenti, comicità, conoscenza di sé stessi e la musica di Alberto Laurenti, ne è uscito uno spettacolo che ha fatto divertire il pubblico, rendendo l’anima più leggera.
Giancarlo Leone