‘La Concessione del Telefono’ in onda su Rai1

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Andrea Camilleri e la televisione: un binomio imprescindibile. Dopo il successo degli ulti due episodi di Montalbano, vede la luce il 23 marzo su Rai1 in prima serata, un’altra creatura dello scrittore siciliano. Si tratta della trasposizione televisiva del romanzo omonimo intitolato ‘La concessione del telefono’ con protagonista Alessio Vassallo.

Dopo il successo di La mossa del cavallo e La stagione della caccia, l’immaginifico mondo dei romanzi storici ambientati a Vigàta nato dalla magica penna di Andrea Camilleri torna in tv, arena di una nuova avventura. Dietro la macchina da presa il regista anglo-pisano Roan Johnson, già regista de La Stagione della Caccia. Il film tv, tratto dall’omonimo romanzo del grande scrittore siciliano scomparso a luglio, è ambientato in Sicilia nella seconda metà dell’800, una produzione Palomar in collaborazione con Rai Fiction, prodotto da Carlo degli Esposti, Nicola Serra, Max Gusberti.

Ne La Concessione del Telefono Alessio Vassallo indossa i panni di Pippo Genuardi specializzato nel mettersi nei guai. “Genuardi – spiega all’Ansa – Alessio Vassallo – pur non essendo di nobili origini, riesce a conquistare il cuore di Taninè Schilirò (Federica De Cola), la figlia dell’uomo più in vista del paese, che le viene promessa in sposa.

Genuardi ha un problema ama le donne (quasi quanto la tecnologia) e non si accontenta mai. Chiede al Prefetto Parascianno (Corrado Guzzanti), una linea telefonica nuova, che possa collegare la casa del suocero con il suo magazzino.

Partono così una serie di lettere, che incardinano una serie di malintesi e fraintendimenti, che fanno sì che il Prefetto arrivi a considerare l’autore un pericoloso agitatore delle masse, mentre Don Lollò (Fabrizio Bentivoglio), il mafioso locale, lo crede una spia delle forze dell’ordine, incaricato di tenerlo sotto controllo ci si mette anche il questore (Thomas Trabacchi).

 

Io sono siciliano – dice Alessio Vassallo – e la parola è un virus, una volta pronunciata di bocca in bocca anche se si tratta di pura menzogna diventa verità inappellabile“.

 

Il regista Roan Johnson della Concessione del Telefono spiega: “abbiamo provato a raccontare come la formalità della burocrazia diventi un gorgo in cui il nostro protagonista, e forse con lui il ‘senso’ stesso della terra senza tempo in cui vive, verrà risucchiato. La beffa è che dentro quella voragine dello Stato e in quelle spire della Mafia, il Genuardi ci si è cacciato da solo. Ma perché si è ‘amminchiato’ così tanto con questa diavoleria del telefono? Lo scopriremo solo nel finale a sorpresa“.

Buona visione

Carlo Salvatore

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