In cinque Musei Civici Romani, ora chiusi a causa del coronavirus, sono presentate con il titolo” Le altre opere. Artisti che collezionano artisti” con una particolare sequenza una serie di mostre di collezioni di artisti che lavorano a Roma e collezionano opere di altri artisti contemporanei.
Iniziamo con il segnalare che i cinque musei coinvolti sono: Il Museo Bilotti all’Arancera di Villa Borghese, il Museo Canonica al Pincio, il Museo di Roma in Trastevere, la Galleria d’Arte Moderna e il Museo Napoleonico, tutti dell’Amministrazione Comunale che, in date diverse, avrebbero proposto opere di artisti romani collezionati da altri colleghi.
La mostra è stata ideata da Lucilla Catania e Daniela Perego con la curatela scientifica oltre che delle due artiste anche di Paolo Crescentini e Federica Pirani. Daniela Perego che è quella che ha coinvolto nell’idea la Catania, ha cercato di convincere gli artisti prestatori i quali pur “mugugnando”, hanno certamente pensato che essere reciprocamente esposti in un museo, fosse una cosa importante. Giustamente i vari musei hanno le opere esposte in ordine alfabetico.
Il Museo Bilotti che ha già iniziato e ora a causa del Coronavirus è come tutti gli altri giustamente chiuso, avrebbe dovuto tenerle in visione fino al 29 marzo 2020 e andava dalla A alla B- il Museo Canonica che doveva andare fino al 19 aprile, dalla C alla CE- il Museo di Roma in Trastevere che doveva aprire dal 13 marzo al 19 aprile, dalla CE alla F– la GAM che si spera possa farlo, esporrà le opere dall’8 aprile al 3 giugno, dalla G alla R- quello Napoleonico da S a Z, fino a settembre.
Naturalmente dall’idea al compimento sono occorsi due anni. Le opere che il pubblico potrà ammirare sono 550 in 5 musei. E’ un progetto espositivo pilota al quale hanno aderito 86 artisti che alterandosi costituiscono un dialogo innovativo che consente di apprezzare le varie scelte artistiche di ciascuno e anche per conoscere e capire i gusti di chi colleziona arte permettendo al visitatore di iniziare un viaggio culturale che è sentimentale e unisce gli artisti, così come quello che racconta l’arte creata nella Capitale.
Le mostre sarebbero state un confronto diretto tra artisti, stili, linguaggi del XX e XXI secolo. Impossibile in questa sede dare conto di tutti i nomi di 86 artisti. E’ certo che solo due donne iniziando con Daniela Perego che ha coinvolto Lucilla Catania, potevano pensare a questo ciclo di mostre e sono state validamente assistite da Claudio Crescentini e Federica Pirani avvalendosi del coordinamento scientifico di Arianna Angeli, Laura Panarese, Ilearia Parisini, Roberta Perfetti e Carla Scicchiano, con il supporto tecnico e organizzativo di Associazione culturale TRAleVOLTE, Artiamo Group e Zetema progetto cultura.
Perché parlarne ora che lo sconvolgimento sarà totale? In primis per celebrare il lavoro che è stato fatto e probabilmente non lo sarà invano, e poi in un momento così tragico per il nostro Paese far comprendere che nel possibile tutti dobbiamo industriarci a cercare di non dimenticare i piaceri della vita e l’arte è uno dei primi.
Emilia Dodi