Al Teatro Golden di Roma ha debuttato un piacevole e divertente spettacolo, dal titolo IL BOOM, scritto e diretto da Max Paiella, che ne è protagonista, ma con lui sul proscenio c’è un giovane musicista (anzi, un polimusicista): Flavio Cangialosi. Il quale non si limita ad “accompagnare” Max Paiella, ma la sua esibizione risulterà strettamente funzionale al racconto.
Sicuramente è questa l’idea vincente di Paiella, che imbastisce un racconto fatto di ricordi, di emozioni, di suoni, di melodie: il tutto sotto forma di viaggio su un fantasioso bus dell’Atac, che dalla nativa Boccea lo conduce in giro per tutta Roma: un itinerario ben visibile e fruibile grazie a una retroproiezione che accompagna tutto lo spettacolo.
L’idea di fondo è sostanzialmente questa: l’Italia è sempre stata la protagonista della musica mondiale, ma dopo il famoso BOOM degli Anni Sessanta ce ne siamo dimenticati. Forse perchè abbiamo iniziato a “voler fa’ l’americani”, come cantava Renato Carosone?
Aggiungiamo noi: gli americani si sono concessi molte, troppe libertà, in materia musicale, fino a far passare per musica la non-musica (ad esempio il rap), però hanno mantenuto parallelamente in vita tanti altri filoni di altissimo valore artistico: ad esempio le colonne musicali dei film, l’elaborazione delle orchestrazioni, la produzione di musiche di alto livello anche in epoca contemporanea, mentre noi abbiamo spesso – troppo spesso – imitato solo il peggio!
Questo è il senso, grosso modo, della narrazione ironica e arguta che propone Max Paiella. Il quale canta vecchi successi, ma anche simpatiche parodie, adattando testi ad hoc su celebri canzoni.
E così Max e Flavio, in perfetta simbiosi musicale, passano dalla Gita ai Castelli alla musica… dodecafonica! Da Renato Carosone al Ragazzo della Via Gluck (in versione pluridialettale). Da una puntuale e graffiante satira degli ultimi “divi” di Sanremo, alla dotta commistione di stili, che partono dal canone allo strambotto, fino…. al rap!
Il tutto coinvolgendo spesso il pubblico, che partecipa volentieri e simpaticamente.
Max Paiella si conferma personaggio duttile e abile: canta, suona, racconta, fa ridere, emoziona e fa riflettere.
Il giovane Flavio Cangialosi è una bella rivelazione: buon sangue non mente! (è infatti figlio del M° Pino Cangialosi, bravissimo musicista e autore di musiche per lavori teatrali). Ma Flavio colpisce perché suona pianoforte, mandolino, contrabbasso, percussioni, una specie di minifisarmonica a bocca.
In poche parole, con la sua poliedricità riesce ad integrarsi perfettamente nella narrazione di Paiella: ed insieme ci hanno regalato uno spettacolo di qualità, assai apprezzato dal pubblico presente.
Complimenti agli artisti! Ed anche al Teatro Golden, che spesso propone prodotti “diversi” dal solito, ma sempre di ottimo livello!
Salvatore Scirè