Poiché il Museo Nazionale dell’ebraismo italiano e della Shoà come altri musei è chiuso, la direzione ha deciso di permettere di visitarlo on-line al sito www.ferraraebraica.meis.museum.
L’esposizione organizzata dal MEIS, voluta dal Direttore Simonetta Della Seta, curata da Sharon Reichel e allestita da Giulia Gallerani è un percorso tra passato e presente che racconta una delle comunità più antiche e forse culturalmente e artisticamente più evolute d’Italia. La mostra serve anche per conoscere una parte delle storie di questo importante patrimonio.
In esposizione ci sono molti oggetti cerimoniali atti a ricostruire il patrimonio sinagogale integrandosi con la città e la sua storia. Il percorso contiene anche un video di presentazione firmato da Ruggero Cabai e dalle foto di Marco Caselli Nirmat e le musiche sono curate e eseguite da Enrico Kink. La comunità ebraica ferrarese ha antiche origini dal momento che ebbe una grande importanza sotto gli Estensi fino alla segregazione nei ghetti sotto il dominio della Chiesa e al disastro delle leggi razziali del dominio fascista. Nel Rinascimento gli ebrei ferraresi furono tenuti dalla Famiglia d’Este in grande considerazione che accettò nei suoi territorio anche i profughi ebrei espulsi dalla Spagna e dal Portogallo a causa dell’Inquisizione.
Questa mostra è stata allestita grazie al Comune di Ferrara e della Comunità ebraica di Ferrara che ha prestato molti dei manufatti in esposizione. L’esposizione vuole essere una spinta a resistere per coloro che oggi si trovano in difficoltà poiché ricominciare si può sempre, condividendo almeno in via digitale alcuni valori che hanno permesso agli ebrei di continuare a costruire la loro vita anche nei momenti difficili, così come scritto nelle Massime dei Padri “Se io non sono per me, E se io sono per me stesso, cosa sono? E se non quando?”. (Hillel, Pirkel Avot I:14)
Va detto che è una comunità alla quale in caso di bisogno gli appartenenti si possono sempre rivolgere e vengono aiutati.
Savina Fermi