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    Categories: Cinema

Amendola e Pasotti in Abbi Fede, l’invincibile forza della mitezza

In una stazioncina in mezzo al nulla scende Adamo (Claudio Amendola), naziskin appena uscito di galera, diretto ad una comunità di recupero. A gestirla padre Ivan Sturchio (Giorgio Pasotti) che accoglie l’uomo dal passato violento (e nessuna voglia di rinnegarlo) con il sorriso e un ottimismo quasi infantile.

L’incontro e l’inevitabile scontro tra Bene e Male è uno dei temi di Abbi Fede opera seconda di Giorgio Pasotti in anteprima assoluta il prossimo 11 giugno su RaiPlay. Remake del gioiellino danese del 2005 di Anders Thomas Jensen Le Mele di Adamo il film nella versione italiana trasporta le vicende narrate tra le montagne dell’Alto Adige dove si trova la chiesetta di padre Sturchio.

Al suo arrivo nella parrocchia Adamo scopre di dover condividere gli spazi e il percorso riabilitativo con Gustav (Robert Palfrader) ex sciatore alcolizzato e Khalid (Aram Kian) giovane arabo dedito alle rapine ai benzinai per finanziare la sua personale guerra santa contro i petrolieri.

Dopo una prima fase di disorientamento (a cui reagisce anche con la violenza fisica) Adamo si rende conto che padre Ivan, sorretto da una fede incrollabile quanto cieca, non è che un disadattato incapace di confrontarsi con la realtà convinto com’è che tutte le disgrazie umane (compresa la vita terribile che lui stesso ha avuto) altro non siano, che prove alle quali il Diavolo sottopone l’Uomo per indurlo ad abbandonare gli obiettivi virtuosi che si prefigge.

Per questo prete quarantenne naif, vestito come un boy scout, un pugno in faccia è un’azione un po’ impertinente, le bottiglie di vino sono sciroppo per la tosse e i passamontagna per fare le rapine, cappellini da collezione. “Sono un cattolico poco praticante -dice Pasotti – e penso ad Ivan come a un prete in missione per recuperare anime perse. Tormentato da un enorme conflitto interiore, le sue apparenti certezze sono convinzioni cieche e ottuse proprio come le ideologie di Adamo e Khalid”.

Nel film troviamo un Claudio Amendola vistosamente appesantito che dice come questa sua pinguedine abbia offerto una marcia in più alla costruzione del suo personaggio: “mi sentivo giusto come immagine – dichiara l’attore – come l’essere calvo e tatuato. L’ideologia del personaggio è talmente lontana da me che non l’ho preparato, l’ho fatto. Anche i ruoli interpretati in Suburra e Caterina va in città non rappresentavano certo il mio pensiero, ma mai così distanti da me”. E ha parole durissime sui fatti dello scorso sabato a Roma e la guerriglia che si è scatenata durante la manifestazione promossa da ultras e neofascisti “Redenzione? Secondo me non c’è voglia di redenzione e una grande parte del Paese coltiva questo obbrobrio al quale siamo costretti ad assistere. Mentre al Circo Massimo c’era quello scempio nel resto del Mondo si manifestava per George Floyd”.

Parla anche di religione l’attore che si è sempre dichiarato ateo: “quella del prete – dice – è una bellissima uniforme che non avevo mai indossato sul set. Nonostante le mie convinzioni e il fatto di essere troppo giovane per avere paura (dice ridendo) e convertirmi come accade a molti – prosegue Amendola – ho un grande curiosità e rispetto per chi ha fede, ma si, anche un po’ di invidia”.

Il film, godibilissimo, passa agevolmente attraverso i generi, dal dramma alla commedia nera fino al ritratto sociale e all’attualità. “Rispetto all’originale – dice Pasotti che con Federico Baccomo firma anche la sceneggiatura – Abbi fede è più comico con un linguaggio più vicino alla sensibilità italiana. È una commedia grottesca oggi purtroppo anche attuale in Italia con una società che esalta estremismi religiosi e politici”.

La coproduzione italo- austriaca ha richiesto un cast internazionale “mai avuto dubbi per il ruolo di Adamo – dice Pasotti – per me è sempre stato Claudio. Per Gustav avere Robert Palfrader che è una specie di Checco Zalone austriaco, famosissimo nel suo Paese e l’altoatesina Gerti Drassl nel ruolo di Sara (un’assidua parrocchiana) è stata una fortuna. Più difficile trovare Khalid. Personaggio folle e ironico che nella sua totale irrazionalità doveva però risultare credibile”.

Nel cast, tra gli altri Roberto Nobile (dr. Catalano) uomo di altre certezze come numeri e scienza che da queste verrà miracolosamente tradito.

Ludovica Mariani

Ludovica Mariani: