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    Categories: Spettacolo

ERIKA ERAMO: NEL SEGNO DI LAURA

Ufficialmente i teatri hanno riaperto!!!!!  Ma in effetti, sia per la stagione ormai tendente all’estate, sia per difficoltà oggettive che tutti conosciamo, di spettacoli teatrali in giro ci sta ben poco. E allora ci si guarda intorno e si scopre la piacevole presenza di personaggi interessanti, che in qualche modo “fanno spettacolo”. In questo contesto delicato Visum ha incontrato il 22 giugno l’attrice Erika Eramo, donna poliedrica, dalle mille sfumature tonali e cromatiche, giornalista, scrittrice, conduttrice, organizzatrice di eventi e addetta stampa.

Laureata in Filosofia e precisamente in Metafisica con una tesi sul grande poeta espressionista tedesco Gottfried Benn, grande estimatrice di Nietzsche, Erika Eramo, ha diretto varie riviste cartacee e on line nel settore cultura, sport e spettacolo. Attualmente è Direttore Responsabile di Fondazione Salonia Magazine e Direttore Editoriale di Passione del Calcio. Ha organizzato eventi musicali (Mannoia, Daniele, Britti, Venditti, Tiromancino, Gazzè, Anastacia), spettacoli comici (Brignano, Giuliani, Battista), sfilate per AltaRoma, e molto altro.

Ha avuto esperienze attoriali: nel 2018 ha interpretato l’amante di Tony Sperandeo ne “La Trappola”; ha preso parte a diversi corti e ha fatto anche un pò di teatro.

Ma la cosa che più ci ha colpito è che Erika si è letteralmente “innamorata” di Laura Antonelli, una figura iconica del cinema italiano, di cui il 22 giugno ricorreva il quinto anniversario dalla scomparsa.  Non a caso, ha voluto realizzare dei servizi fotografici, in cui ha riproposto delle scene famose tratte dal film cult “Malizia”.

 

Ci è sembrato, quindi, interessante farci raccontare un po’ di cose direttamente da lei: una collega simpatica, ironica, cui piace spaziare, sperimentare e soprattutto provocare! E allo stesso tempo, ricordare con affetto e immutata ammirazione la grande Laura Antonelli.

Erika Eramo: “5 anni senza Laura Antonelli, un sogno da incarnare di nuovo”.

Il 22 giugno 2020 ricorreva un anniversario importante nel cinema italiano. Proprio oggi nel 2015 ci lasciava una delle attrici più amate del filone erotico anni ’70.

 

Abbiamo intervistato in quella data per l’occasione la giornalista e modella che lo scorso 22 giugno le ha dedicato un tributo speciale. Ne ripercorriamo le motivazioni con alcune domande sull’argomento Eros ed dintorni… e chissà se ci riserverà ancora sorprese…

Iniziamo dal principio Erika. Come nasce la passione per l’eros?

Più che della mia passione vorrei parlare della sua origine. C’è un passo molto suggestivo di Aristofane che ne descrive la nascita: “All’inizio c’erano solo Chaos, Notte (Nyx), Oscurità (Erebus) e Abisso (Tartarus). La Terra, l’Aria e il Cielo non avevano esistenza. In primo luogo la Notte oscura posò un uovo senza germe nel seno delle profondità infinite delle Tenebre, e da questo, dopo la rivoluzione dei lunghi secoli, scaturì il grazioso Amore (Eros) con le sue scintillanti ali dorate, rapide come i turbini della tempesta. Si accoppiò nel profondo Abisso con il Caos oscuro, alato come lui, e così nacque la nostra razza, che fu la prima a vedere la luce”. Eros, che è figlio della Notte e dell’Oscurità, si accoppia nel seno Abissale della Terra con il Caos. Noi veniamo quindi alla Luce da un atto totalmente oscuro e, per questo, pieno di un fascino doppiamente alato. Ogni volta che ci accoppiamo sondiamo questo mistero, lo ri-veliamo, spiccando il volo”.

In che senso lo ri-veliamo?

In una precedente intervista su Global Press ho parlato del mito di Eros in Platone, come figlio di opposti, Penia (povertà) e Poros (ricchezza). Dalla nascita mi sposto all’ accoppiamento. Chi se non Psiche (l’anima) può essere la scelta del dio dell’amore per arrivare all’Immortalità? Il mito di Amore e Psiche, che tutti conoscono, si basa sulla vista, uno dei cinque sensi che dà il nome al vostro magazine di cultura. Visum è ciò che è visto, l’immagine. Dipingendo il viso (che etimologicamente da esso deriva) il pittore tratteggia il visum, ovvero ciò che lui vede. Il volto ri-velato (nel doppio senso di portato alla luce e celato nuovamente) è anche elemento di raccordo tra l’anima che aspira all’oltre ed il corpo ‘desioso mirando’ alla Ugo Foscolo”.

Ci spieghi questo punto del raccordo con l’anima?

Il bimbo prodigio della letteratura francese, Raymond Radiguet, in ‘Il Diavolo in corpo’ scriveva: “Il suo viso si era trasfigurato. Mi stupii perfino di non poter toccare l’aureola che davvero circondava il suo volto, come nei quadri religiosi” ed ancora “perché dal suo viso riconoscente capivo tutto il valore dei legami carnali (…) per un attimo alimentavo le fiamme e alla fin fine avevo paura di vederci meglio”. Vi è una trasfigurazione in atto nell’amore, che si nota subito dal viso e occhi, ed è talmente potente da rischiare l’accecamento. A quel punto, si vede col cuore – come direbbe il piccolo principe – quindi si vede meglio”.

Dall’Eros alla donna erotica. Perché hai scelto Laura Antonelli?

In un’epoca che ha sdoganato le perversioni più pruriginose dobbiamo tornare all’essenziale: no alla plastica, sì a forme morbide e vere. Lei ha incarnato un sogno talmente bello che va continuato. Non voglio imitarla, solo omaggiarla, visto che in molti hanno notato ‘un’aria di famiglia’ alla Wittgenstein. Il primo set, quello di Malizia, è dell’anno scorso. Anche zio Bruno ora mi chiama ‘Laura’, segno che la cosa è evidentemente sfuggita di mano (ndr, ride).

 

Cosa vuoi trasmettere con il set fotografico?

Innanzitutto la femminilità e sensualità, che sono doti sempre più rare. Poi l’obiettivo è restituire quel sogno da lei impersonato e trasportare il fruitore in un’altra dimensione. Può essere attraverso un articolo, una poesia o una foto… vorrei emozionare sempre, possibilmente dando anche un valore aggiunto, concettuale o esperienziale che sia”.

Continuerai ad omaggiarla?

Sì, nelle prossime settimane inizieremo le riprese di “Peccato Veniale” (il film è sempre di Salvatore Samperi con le musiche di Fred Bongusto) e non escludo di sondare anima e corpo di altri suoi film cult”.

Hai in cantiere un tributo ad un’altra attrice che non sia Laura Antonelli?

Mi piacerebbe riproporre Stefania Sandrelli nel più recente ‘La chiave’ di Tinto Brass che fu, non a caso, il suo maggior successo commerciale. Le colonne sonore qui erano del grandissimo Ennio Morricone”.

 

 

Concludiamo sempre con Malizia. Vuoi ringraziare qualcuno?

Chi ha partecipato al set, in primis il fotografo Guido Ricci che adoro e stimo come persona e professionista. Il suo stile visionario è perfetto per il settore cinematografico. Poi come farei senza l’hair stylist Mauro Nardi, che mi cotona capelli ed autostima da ormai 5 anni? Ho trovato inoltre nell’amico Alessandro Demagic un grande alleato per le mie pazze idee. La location è del pittore Massimo Colasanti. Make up e nails sono di Emiliano Urbani e Francesca Di Silvio, con cui spero di ri-lavorare. Ringrazio chi mi segue da tanto tempo sui social facendomi complimenti e critiche. Per chi invece non mi conosce: seguitemi sul profilo Instagram @adarduaadexcelsa. Aspetto suggerimenti per continuare a migliorarmi e, così, potervi deliziare meglio!”.

Salvatore Scirè

Salvatore Scirè: giornalista e fotografo – commediografo e regista teatrale Laureato in Giurisprudenza, ha studiato lingue straniere e musica. In campo giornalistico si è occupato di vari temi, ma ha sempre prediletto il reportage geografico, formando testi e foto e pubblicando su importanti testate nazionali. E’ autore di tre libri fotografici: Roma nel cuore (Rizzoli Editore l982, prefazione di Carlo Lizzani) Gargano spettacolo della natura (Ed. Magnus 1987, prefazione di Nantas Salvalaggio) Roma colori del tempo (Il Capitello 1989 - II ediz. 2000 - prefazione di Giulio Andreotti). Ha pubblicato il saggio umoristico Donne... maneggiare con cura! (Liux Edizioni 2012) Da 22 anni scrive per il teatro come commediografo; da 16 anni si occupa anche di regia teatrale. Ha scritto una ventina di commedie, tra cui Professione separata! Ciao papà, ti presento mia madre!Cocktail di scambi; C’è un morto giù in cantina!