Il Teatro Lo Spazio di Roma, che dallo scorso gennaio vede come direttore artistico Manuel Paruccini, ex primo ballerino del Teatro dell’Opera di Roma, dal prossimo giovedì pomeriggio 4 giugno, come simbolo di speranza e spirito di rinnovamento, per dare il via alla Fase 2 e coltivare l’aspettativa del ritorno alla normalità, monterà la nuova insegna del teatro, che resterà accesa come messaggio concreto di buon auspicio
In occasione di questa iniziativa Manuel Paruccini ha dichiarato: “Sono stato un ballerino professionista, sono abituato a cadere e a rialzarmi ed è per questo che con l’inizio della Fase 2 il mio primo pensiero è andato alla nostra nuova insegna, ferma in magazzino, che sarà montata e tenuta accesa, come concreto segno di speranza per tutti i lavoratori del nostro settore”.
Si sa, i teatri, così come i cinema, dovrebbero riaprire il prossimo 15 giugno. Però è anche vero che i direttori artistici di molte sale, non sono nelle condizioni di iniziare un nuovo corso, se non con la certezza di non pareggiare i conti, ed essere sempre in perdita. L’insegna verrà comunque accesa e il messaggio sarà proprio quello di riaffermare l’entusiasmo di chi è alle prese con i lavori per il rilancio di un palco prestigioso come quello del Teatro Lo Spazio. Il neo direttore Paruccini, con la collaborazione artistica di Riccardo Casertano, ha interrotto l’attività di costruzione per quella che sarebbe stata la sua prima stagione teatrale, costretto come tutti al rispetto delle norme di sicurezza contro il Covid-19.
Una sosta forzata per questo teatro che da oltre un decennio è riferimento culturale del quartiere San Giovanni e che ha visto interrompersi i primi interventi già attuati, come la bonifica dei camerini e del backstage o la conferma di spettacoli con cui sarebbe partita la prossima stagione 2020/2021 ipotizzata per la metà di ottobre 2020.
E’ ancora Paruccini a parlare: “Viviamo una situazione di fermo, non sappiamo cosa accadrà per spazi come il nostro, sostenuti solo dall’attività di spettacolo. La riapertura dei teatri del 15 giugno è senz’altro un segnale positivo, più che altro perché spinge a pensare ad una nuova stagione autunnale, che speriamo sia libera dal vincolo epidemiologico. Diverse sono le problematiche da affrontare di spazi pubblici, fondazioni e privati. Mi domando a cosa possa servire riaprire in un momento in cui normalmente questi spazi chiudono e in cui ricominciare a lavorare è pressoché impossibile. La mia preoccupazione è che il governo abbandoni i teatri, solo perché ha dato loro la possibilità di riaprire”.
“Penso sia doveroso da parte delle istituzioni prevedere comunque un sostegno al settore, almeno fino a dicembre 2020, per dar modo ai direttori artistici di riorganizzarsi per una reale ripartenza. Riaprire il 15 giugno per i teatri, non significa uscire dalla crisi. La crisi per noi è solo cominciata. E’ pur vero che il teatro si può fare con la fantasia, con l’energia, con la creatività. In un garage, piuttosto che nel cortile di un condominio, ma anche per questo c’è necessità di investire economicamente, senza ricorrere sempre al sacrificio e allo spirito di adattamento degli artisti, che devono spesso elemosinare spazi e raschiare pentole già consumate”.
Giancarlo Leone