Nel meraviglioso giardino di Boboli a Firenze per un mese sarà visibile la scultura di Lorenzo Quinn che è un dono alla città di Pietrasanta. Due mani, uomo – donna unite a significare un dono alla natura nel rispetto dell’ambiente.
Il bellissimo Giardino di Boboli a Firenze, ospita per un mese le grandi mani scultura “Give” realizzate da Lorenzo Quin, artista noto per le sue interpretazioni di grandi mani come quelle che sono state esposte a Venezia nel 2017 durante la Biennale. Le due mani, al maschile sono quelle di Quinn mentre al femminile sono di una modella. Give intende far capire che sono un dono alla natura che continuamente ci regala qualcosa e per questo la scultura è stata realizzata in materiale riciclato e resine in modo da inviare un messaggio che ha per base la sostenibilità ambientale.
La scultura è stata realizzata come dono alla città d’arte toscana Pietrasanta e sarà posizionata a settembre nel Parco Internazionale di Scultura grazie a contributo della Fondazione Ginevra Olivetti Rason. L’opera costituita dalla mano di un uomo e di una donna vuole mettere in luce il valore del dare dando un messaggio di pace rivolto all’umanità simboleggiato da una pianta di ulivo. Molte sono state le dichiarazioni alla presentazione dell’opera da parte degli intervenuti, il Sindaco di Pietrasanta Alberto Stefano Giovanetti, il Presidente della Fondazione Ginevra Olivetti Raso, Gian Paolo Olivetti Rason, Il Direttore degli Uffizi Eike Schimdt, l’Artista. Si riporta soltanto quella dell’artista Lorenzo Quinn “Nella vita per ricevere bisogna dare. E tutti noi abbiamo ricevuto e conteniamo a ricevere molto dalla terra. Per questo Boboli è da sempre una fonte di ispirazione con il suo verde e il richiamo alla natura. Il mio vuol essere un messaggio di speranza. La mano dell’uomo è quella mia e quella della donna è di una modella la loro unione rappresenta tutta l’umanità Il bianco è il colore della purezza e dell’’innocenza, della colomba e della pace. Per questo ho scelto di offrire un ulivo come messaggio universale”:
Emilia Dodi