Le terrazze Live: Antonio Giuliani e il Coronavirus

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Lo scenario è di quelli che ti lascia stupito, specialmente per il bel fresco che ti avvolge e ti ristora quando ti siedi sui (non comodi) sedili della terrazza ubicata sul lato opposto all’ingresso del palazzo dei Congressi che Abmanagement ha scelto per la rappresentazione di alcuni spettacoli attraverso i quali la comicità romana tende a riemergere dopo la brutta parentesi del coronavirus.

Ed è proprio quest’ultimo argomento che Antonio Giuliani, noto attore comico e doppiatore collaudato, nato e cresciuto nel popolare quartiere di Primavalle, di origini abruzzesi, porta in scena descrivendo, come di solito fa, il pathos che l’italiano  medio sta sopportando per sottrarsi all’incubo della terribile pandemia che sta attanagliando Roma e non solo.

Lo fa con arguzia ed in maniera sottilmente ma decisamente ironica, divertente quanto basta per dire che la rappresentazione soddisfa il costo del biglietto d’ingresso e quello che l’afa serotina, ti impone per acquistare a tre euro una bottiglietta di acqua. Giuliani, sfacciato quanto basta per farti divertire, è sapiente nelle descrizioni, efficace nelle gags che accompagnano l’intero suo exploit nel corso del quale i personaggi che descrive sembrano vivere effettivamente, sembra che ti parlino e finanche che ti ci specchi in ognuno di loro.

Un excursus assai dissacrante sugli effetti del coronavirus verso i rapporti familiari che sembrano vivere di nuove esperienze, quasi che all’interno di ogni nucleo dove anche moglie e marito sembrano “scoprirsi” dopo un vita insieme. Un monologo vivace, frizzante che lo qualifica come effettivo appartenente alla categoria dei supercomici di origini romane, con il suo humor da uomo appartenente alla categoria dei romani del sud (i borgatari) contrapposti a quelli di Roma nord tutti scicchettosi, frivoli, frequentatori della spiaggia di Capalbio.

Insomma, una comicità diretta e tagliente che porta lo spettatore anche a riflettere su alcuni aspetti che paradossalmente potremmo definire “positivi” perché non vi è dubbio che tutte le forme di nevrosi indotte dalla pandemia potranno avere ed anche generare effetti benefici in quei rapporti umani tanto pesantemente affievoliti che ognuno di noi continua, malgrado tutto, a trascurare.

Andrea Gentili

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