Dopo il nostro articolo di presentazione, molte altre novità ci sono state a Padova, prestiti eccezionali dei quali val la pena scriverete.
Le notizie su questa grande mostra si susseguono e portano ogni volta una novità. A parte la grande idea di far entrare in determinati giorni 20 persone che saranno guidate nella visita proprio da Marco Goldin, curatore dell’esposizione dove il pubblico si è assicurato i biglietti, è arrivato un prestito dal solo museo italiano che possiede due Van Gogh, la GNAM di Roma, che ha concesso l’Arlesienne, l’altro Il giardiniere resta a casa. Le due opere sono state protagoniste del clamoroso furto del 1998, notizia che ha fatto il giro del mondo e poi ritrovate perché di difficile vendita, senza aver subìto grossi danni. Quest’opera è un olio su tela realizzato dall’artista nel 1890 e l’Arlesienne era la proprietaria del Café de la Gare di Arles, dipinto mentre Van Gogh era ricoverato nel manicomio di Saint-Remy. Questa sembra essere l’ultima versione dell’artista che ne ha dipinto altre.
Ma giungono altre novità che portano a 83 le tele esposte di Van Gogh oltre a quelle degli artisti dai quali ha tratto ispirazione o colleghi. Si tratta di cinque opere concesse dal Kröller Mûller Museum di Otterlo che dovevano andare per una mostra in Giappone, mostra annullata, e sono state dirottate a Padova. Ineriscono le Nature morte di Van Gogh e vanno dal 1885 al 1887. Per la prima “Natura morta con fiori e zucche” creata dall’artista nel 1885, è uno degli ultimi quadri dipinti a Neuren prima di recarsi ad Anversa e poi a Parigi. Il Curatore afferma “E’ un quadro dove, al pari di certi paesaggi contemporanei, si accendono i primi colori luminosi. Piuttosto strano il dipinto “Le aringhe affumicate” dipinto a Parigi nel 1886 “Un’opera dove (dice il curatore) nonostante l’immersione nel colore che l’artista stava vivendo a Parigi, i colori f fotti e scuri olandesi dominano ancora la composizione”.
Per “Rose e Peonie” del giugno 1886, Marco Goldin ha scritto: “E’ un passaggio ulteriore verso il colore nuovo che è evidente nella monumentale bellissima “Natura morta con fiori di campo e rose” del 1886-1887 “ Si tratta della natura morta di i più grande formato mai dipinta da Van Gogh, soprattutto ormai il rosso esplode nella sua ricchezza e sontuosità” Infine “Fiori in un vaso blu” opera del giugno 1887 Marco Goldin afferma: “In questo quadro la transizione cromatica è ormai compiuta, memore anche della ricerca puntinista di Seurat, Van Gogh è pronte per la sua esperienza provenzale che comincerà di lì a pochi mesi”.
Un prestito molto importane per capire l‘evoluzione della ricerca di Van Gogh in tema di nature morte.
Emilia Dodi