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    Categories: Arte

Ancora novità su Van Gogh a Padova

Vincent Van Gogh Autoritratto con cappello di feltro grigio giugno 1887 olio su tela 44,5x32 cm. © Van Gogh Museum Amsterdam ( Vincent Van Gogh collection) Amsterdam

Dopo il nostro articolo di presentazione, molte altre novità ci sono state a Padova, prestiti eccezionali dei quali val la pena scriverete.

Vincent Van Gogh L’Arlesienne olio su tela Roma GNAM Galleria Nazionale Arte Moderna
e contemporanea © su concessione del MIBACT

Le notizie su questa grande mostra si susseguono e portano ogni volta una novità. A parte la grande idea di far entrare in determinati giorni 20 persone che saranno guidate nella visita proprio da Marco Goldin, curatore dell’esposizione dove il pubblico si è assicurato i biglietti, è arrivato un prestito dal solo museo italiano che possiede due Van Gogh, la GNAM di Roma, che ha concesso l’Arlesienne, l’altro Il giardiniere resta a casa. Le due opere sono state protagoniste del clamoroso furto del 1998, notizia che ha fatto il giro del mondo e poi ritrovate perché di difficile vendita, senza aver subìto grossi danni. Quest’opera è un olio su tela realizzato dall’artista nel 1890 e l’Arlesienne era la proprietaria del Café de la Gare di Arles, dipinto mentre Van Gogh era ricoverato nel manicomio di Saint-Remy. Questa sembra essere l’ultima versione dell’artista che ne ha dipinto altre.

Vincenti Van Gogh Natura morta con fiori di campo e rose 1886-1887 olio su tela 80×100 cm.
100 x 80 © 2020 Collection Kröller-Müller Museum, Otterlo, the Netherlands Photography Rik Klein Gotink, Harderwijk

Ma giungono altre novità che portano a 83 le tele esposte di Van Gogh oltre a quelle degli artisti dai quali ha tratto ispirazione o colleghi. Si tratta di cinque opere concesse dal Kröller Mûller Museum di Otterlo che dovevano andare per una mostra in Giappone, mostra annullata, e sono state dirottate a Padova. Ineriscono le Nature morte di Van Gogh e vanno dal 1885 al 1887. Per la prima “Natura morta con fiori e zucche” creata dall’artista nel 1885, è uno degli ultimi quadri dipinti a Neuren prima di recarsi ad Anversa e poi a Parigi. Il Curatore afferma “E’ un quadro dove, al pari di certi paesaggi contemporanei, si accendono i primi colori luminosi. Piuttosto strano il dipinto “Le aringhe affumicate” dipinto a Parigi nel 1886 “Un’opera dove (dice il curatore) nonostante l’immersione nel colore che l’artista stava vivendo a Parigi, i colori f fotti e scuri olandesi dominano ancora la composizione”.  

Vincent van Gogh, Fiori in un vaso blu, 1887, olio su tela, cm 61,5 x 38,5 © 2020. Collection Kröller-Müller Museum, Otterlo, the Netherlands Photography Rik Klein Gotink, Harderwijk

Per “Rose e Peonie” del giugno 1886, Marco Goldin ha scritto: “E’ un passaggio ulteriore verso il colore nuovo che è evidente nella monumentale bellissima “Natura morta con  fiori di campo e rose” del 1886-1887 “ Si tratta della natura morta di i più grande formato mai dipinta da Van Gogh, soprattutto ormai il rosso esplode nella sua ricchezza e sontuosità” Infine “Fiori in un vaso blu” opera del giugno 1887  Marco Goldin afferma: “In questo quadro la transizione cromatica è ormai compiuta, memore anche della  ricerca puntinista  di Seurat, Van Gogh è pronte per la sua esperienza provenzale che comincerà di lì a pochi mesi”.  

Un prestito molto importane per capire l‘evoluzione della ricerca di Van Gogh in tema di nature morte.

Emilia Dodi

Emilia Dodi: