Colter Shaw è un personaggio inquieto e dell’inquietudine fa il suo stile di vita, non sa stare fermo ed è sempre alla ricerca di nuove ricompense per le indagini su persone scomparse da ritrovare, Colter è un tracker e con il secondo romanzo della serie, “Gli eletti” edita da Rizzoli, l’inquietudine diventa comune a tutti gli altri personaggi della storia e pervade ogni pagina.
Dopo il mondo oscuro dei social, delle fake news e della tecnologia subdola e pericolosa affrontato nel precedente “Il gioco del mai”, il maestro del thriller americano, indaga l’universo delle sette, delle fondazioni che promettono la felicità e il ritorno alla vita sociale dopo un trauma. Plagiare le mente, infondere loro la consapevolezza di potercela fare seguendo regole e obblighi, rispettando una scala gerarchica è al centro della trama narrativa.
La nuova caccia all’uomo di Shaw comincia con due giovani, una sorta di integralisti o neonazisti che incendiano una croce, sparano in una chiesa, lasciano due feriti e si danno alla fuga. Siamo nelle terre dell’Ovest degli Stati Uniti, tra le valli delle montagne rocciose, paesaggi anche simbolici che raccontano il territorio con le sue bellezze e anche le sue insidie.
Dalla ricerca dei due giovani criminali scatta il thriller che diventa per Shaw indagine sulla fondazione Osiride guidata dal maestro Eli e sugli effetti che la disciplina del percorso di rinascita provoca sugli adepti e sui prescelti che assurgono al titolo di Eletti.
Deaver con il suo anti-Rhyme tutto azione e rapidità, personaggio alla Sergio Leone, dal fiuto infallibile che si muove da un lato all’altro degli States, costruisce una storia che fa riflettere su cosa è capace di fare l’essere umano e fino a dove si spinge per raggiungere la felicità. Qual è il prezzo da pagare?
Comprare le menti, convincerle e persuaderle fino a guidarle a compiere scelte definitive, su questo si sofferma Deaver che fa dire al suo protagonista che non bisogna “mai sottostimare il potere della religione, nel bene e nel male” una verità che ha compreso in oltre un decennio di caccia alle ricompense.
Cristina Marra