Scontrosa, ruvida, anche antipatica, certamente indecifrabile, l’ispettore Petra Delicato non ha molti amici. Sola per condizione, probabilmente per scelta, la sua vita è solo casa e ufficio: un appartamento ampio ed essenziale, un lavoro di archivio nel piano interrato del locale commissariato. Fino a quando un fatto di sangue irrompe, sconvolgendolo, nel tempo sospeso della donna.
Paola Cortellesi interpreta PETRA una complicata figura femminile nata dalla penna della scrittrice spagnola Alicia Giménez-Bartlett autrice di romanzi di successo mondiale, ora una serie tv in 4 film (Riti di Morte- Giorno da Cani- Messaggeri dell’oscurità- Morti di Carta) diretti da Maria Sole Tognazzi e prodotti da Sky Original con Cattleya e Bartlebyfilm, in onda dal 14 settembre, ogni lunedì alle 21.15 su Sky Cinema e in streaming su NOW TV.
Per la prima volta protagonista di un crime Paola Cortellesi parla di questo suo personaggio, una donna non convenzionale, sboccata e spesso sopra le righe: “Petra sceglie di essere ciò che è senza legami o costrizioni. Scelta che comporta delle difficoltà e che la rende invisa alla maggior parte delle persone che frequenta. Però è libera, fuori dagli schemi e non sembra sentire il peso del giudizio degli altri. Di come gli altri ci vedono e giudicano è qualcosa che prima o poi riguarda tutti noi, per questo – prosegue la Cortellesi – vorrei almeno un giorno della mia vita essere Petra Delicato”.
Per il resto l’attrice sottolinea la distanza totale tra lei e il personaggio: “che è un bene perché nell’interpretarlo ho vissuto una realtà parallela come la possibilità di essere un’eroina, cosa che non mi capiterà mai nella vita reale”.
Alla mobile di Genova arriva una ragazza per denunciare un’aggressione sessuale. Il violentatore le ha anche impresso uno strano marchio sul braccio. Ad occuparsene è chiamata Petra Delicato, in genere relegata da ‘ammuffire’ in archivio ma per un disguido nel cambio turno, unico ispettore presente al momento della denuncia. La conosciamo già Petra, la sua bellissima casa nel verde, con ampie vetrate e scatoloni sparsi ovunque. Sono lì da due anni a ricordarle, forse, che la provvisorietà non la disturba.
Così come il frinire dei grilli che girano liberi in casa e sono il cibo del suo solo compagno di vita, un ragno. Non piace molto ai suoi colleghi Petra, non fa comunella con loro, non se la fa “una risata ogni tanto”, soprattutto senza motivo. E questo suo carattere spigoloso non le permette di entrare in sintonia con la vittima dello stupro. Che si confida invece con Antonio Monte (l’attore Andrea Pennaccchi) viceispettore arrivato ad affiancare Petra nelle prime indagini. Monte è un poliziotto bravo, onesto, tradizionale e mal tollera alcune intemperanze del suo superiore (l’interrogatorio di un sospettato è condotto da Petra con sistemi al limite della legalità) così come il suo linguaggio esplicito, colorito e spesso scurrile.
“Tra Antonio Monte (che nei romanzi si chiama Fermin Garzòn) e Petra – dice la Cortellesi – c’è un rapporto che si consolida nel tempo e diventa straordinario pur restando indefinibile. Però è stato divertente insultare Pennacchi! Certo la Petra televisiva così come quella letteraria è un po’ sboccata” e a chi le chiede se farà vedere la serie alla figlioletta di 7 anni “ non la vedrà anche perché l’argomento non è certo per bambini, potrei registrarla per quando sarà più grande”.
Per Maria Sole Tognazzi torna a distanza di quasi vent’anni l’occasione per lavorare con Paola Cortellesi: “con Paola c’è un’amicizia di lunga data, nel 2003 abbiamo girato insieme Passato Prossimo e dopo tanti anni torno a lavorare con Paola, un’occasione che non potevo perdere. Con lei come con Alicia trovo delle affinità nel modo di raccontare il femminile”.
“Storia fatta di humor e suspense, questo è il tono della serie – continua la regista – che deve essere fedele ai romanzi. Ma è una trasposizione italiana con Genova per esempio che è la Barcellona dei libri. Tra le due città ci sono delle somiglianze a partire dal fatto che sono due città portuali e quell’equilibrio che si percepisce tra modernità e tradizione”.
“Genova, è un terzo protagonista, è una città emotiva, che come Petra, si scopre con pazienza e col tempo. Le atmosfere, i colori sono tantissimi, dal centro città alle periferie fino alle zone industriali e portuali; è una città meravigliosa secondo me poco conosciuta in tutte le sue sfaccettature. Genova crea stati d’animo diversi. Il bar dove Petra e Antonio si incontrano è come un acquario simile a quello vero della città ma ricorda anche l’archivio dove Petra si era in qualche modo nascosta”.
Petra si potrebbe definire femminista?
Non credo che lei si ponga proprio il problema – dichiara la Cortellesi – non fa un manifesto delle sue scelte di vita. Non è una bandiera che porta per le altre donne, Petra pensa a se e non alle altre. È una che ha già fatto il giro! Magari è anche femminista ma non per scelta e forse neppure consapevolmente.
Ludovica Mariani