Con il titolo “Raffaello in Umbria e la sua eredità in Accademia” prende finalmente avvio questa mostra rimandata per il Codiv-19. La sede è la Fondazione Cariperugia nelle sale di Palazzo Baldeschi di Perugia. Apre il 18 settembre 2020 e resterà aperta fino al 6 gennaio 2021.
Questa sembra l’ennesima mostra su Raffaello che si tiene in Italia, ma Perugia ha il vanto di avere accolto il giovane Raffaello nella bottega di Pietro Vannucci detto Il Perugino per i primi suoi passi. In questa mostra che unisce virtuale e reale nelle sale di Palazzo Baldeschi, ci sarà virtualmente la possibilità di ammirare i primi passi di Raffaello e vederlo mentre disserta con il suo maestro il Perugino e suo Padre. La mostra in effetti si divide in due parti:” Raffaello in Umbria” curata da Francesco Federico Mancini e L’Accademia di Perugia e Raffaello: da Raffello e Wicar al Novecento”, curata da Alessandra Migliorati, Stefania Petrillo e Saverio Ricci e il coordinamento di Giovanni Manuali, direttore dei beni dell’Accademia. Per la prima parte, va detto che Raffaello è rimasto a Perugia pressappoco sei anni, che sono stati quelli formativi. Infatti le uniche due opere conservate in Umbria sono Il Gonfalone della Trinità nella Pinacoteca di Città di Castello e ‘l’Affresco nella Cappella camaldolese di San Severo di proprietà del Comune di Perugia.
A Palazzo Baldeschi c’è la mostra virtuale immersiva che presenta opere come la Pala di San Nicola da Tolentino ora ridotta in piccoli pezzi, ricostruita virtualmente tramite i disegni originali di Raffaello e una copia Settecentesca, Il Gonfalone della Trinità, la Crocifissione Mond, lo Sposalizio della Vergine messa a confronto con quella omonima del Perugino, la Pala Colonna, la Pala degli Oddi, e la Pala Ansidei. E poi la Madonna del libro (nota come Connestabile) l’affresco di San Severo, la Deposizione Baglioni, la Madonna con il Bambino e i Santi, nota come Madonna di San Foligno, l’Incoronazione della Vergine realizzata da Giulio Romano e Francesco Penni su disegno dell’Urbinate. Infine le tre opere della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia alle quali Raffaello si è confrontato: La Madonna con Bambino e due cherubini del Perugino–la Madonna col Bambinoi e San Giovannino del Pintoricchio, Santo Stefano lapidato di Luca Signorelli.
Per l’eredità di Raffaello in Umbria da Mainardi a Wicar al Novecento, in quattro sezioni cronologiche, si dimostra come fino all’Ottocento grazie a Tommaso Mainardi ci sia stato l’epicentro a Roma della scuola purista e anche il ritorno alla pittura religiosa, ispirandosi al Perugino e soprattutto a Raffaello, pittura che fu molto apprezzata da collezionismo dell’epoca.
Dopo la sezione dei ritirati degli artisti dell’epoca, ci sono tre sezioni degli artisti che si ispirarono a Raffaello: Raffaello tra classicismo e purismo-Raffaello docet: la copia e l’invenzione-Raffaello nelle arti applicate e nella decorazione murale che presenta al pubblico una serie diversa di opere del primo Novecento.
Anna Camia