Donne di forte tempra e di grande personalità capaci di indirizzare la storia italiana nei vari campi delle attività umane, sono le protagoniste della docu-fiction intitolata Il Segno delle Donne in onda su Rai Storia dal 6 ottobre alle 21.
Donne determinate, combattenti, anticonvenzionali, pioniere dell’arte, della politica, dello sport, della religione, capaci di non rinunciare a se stesse: sono le protagoniste della docufiction ‘Il segno delle donne‘, che è una coproduzione originale Rai Storia-Anele, presentata da Rai Cultura e in onda su Rai Storia dal 6 ottobre alle 21 Un viaggio dedicato alla vita pubblica e privata di Margherita Sarfatti, Ondina Valla, Adele Faccio, Vera Vergani, Chiara Lubich e Lalla Romano. Sei italiane vissute a cavallo fra ‘800 e ‘900, che rivivono nelle interpretazioni di Sonia Bergamasco, Eleonora Giovanardi, Monica Nappo, Matilde Gioli, Anita Zagaria, Pamela Villoresi, intervistate dalla storica e critica d’arte Rachele Ferrario.
“Sono donne che hanno lasciato un segno: con la loro vita, il talento e l’indipendenza hanno contribuito in modo decisivo alla nostra cultura. Le raccontiamo con grande fedeltà alle fonti bibliografiche, usando le stesse parole che hanno pronunciato, grazie anche a un formidabile lavoro di squadra con gli autori“, ha spiegato all’ANSA Ferrario, autrice del libro ‘Margherita Sarfatti. La regina dell’arte nell’Italia fascista‘ edita da Mondadori.
“Tutto mi sarei aspettata, tranne che condurre un programma in cui intervisto sei straordinarie attrici. Sonia Bergamasco – dice la Ferrario – si è calata perfettamente nella Sarfatti, consentendomi di completare un’opera iniziata con il libro: trascinarla fuori dal letto di Mussolini per restituirla alla grandezza di critica d’arte che ha contribuito a creare l’estatica durante il fascismo, in un mondo maschile che poi l’ha rinnegata: era ebrea e ha dovuto fuggire dall’Italia per salvare i suoi figli“.
Eleonora Giovanardi è Ondina Valla, prima donna italiana a vincere una medaglia d’oro alle Olimpiadi, a Berlino nel 1936: “Giovanissima, strinse la mano a Hitler, neanche se ne rese conto. Aveva una resistenza fisica straordinaria in un’epoca in cui lo sport non era attento alle esigenze degli atleti: usava scarpe non sue, vinceva senza allenarsi“, racconta Ferrario.
Monica Nappo è Adele Faccio, “una donna con cui tutte siamo in debito, non solo per la sua battaglia per l’aborto, ma anche per aver rivendicato la libertà delle persone di decidere della propria vita, un tema straordinariamente attuale“.
A Matilde Gioli il ruolo dell’attrice teatrale e cinematografica Vera Vergani, tra le più importanti del suo tempo: “Fu anche lei un’antesignana – spiega Ferrario – e mi ha colpito per la forza di rivendicare la sua vita privata, ritirandosi dalle scene a 35 anni per andare a vivere a Procida con il marito, un comandante di grandi navi conosciuto in Sud America“.
Anita Zagaria è Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, “capace di affascinare con il suo eloquio musulmani, buddisti, in nome del dialogo interreligioso“.
Pamela Villoresi, infine, dà il volto a Lalla Romano, “scrittrice amata da tante generazioni, tra le poche donne a vincere il premio Strega con il romanzo ‘Le parole tra noi leggere’ che le costò la rottura con il figlio, perché narrava il disagio della donna davanti alla maternità“.
Carlo Salvatore