Milano apre la stagione delle grandi mostre a Palazzo reale con la mostra “Le Signore dell’arte. Storie di donne tra 500 e 600” che presenterà artiste già notissime come Artemisia Gentileschi e Sofonisma Anguissola unita a molte altre altrettanto valide meno note al grande pubblico. Dal 5 Febbraio al 6 Giugno 2021.
La mostra che è curata da Anna Maria Bava, Gioia Mori, Alain Tapié, è promossa dal Comune di Milano Cultura, Palazzo Reale e Arthemisia con il sostegno della Fondazione Bracco, aderisce al palinsesto I talenti delle donne focalizzando l’attenzione dal 2020 fino al marzo 2021 sulla loro validità e capacità.
Sono le donne del ‘500 e ‘600 che per la loro maestria sono divenute famose in un’epoca nella quale il dominio maschile nell’arte era predominante. Quest’esposizione conta 34 opere di diverse artiste tra le quali alcune mai mostrate al di fuori dei loro luoghi originari. Sono le opere della Gentileschi e dell’Anguissola di Lavinia Fontana, Elisabetta Strani, Giovanna Garzoni e molte altre, che provengono dalla Pinacoteca di Brera, dagli Uffizi, Museo di Capodimonte, Galleria Borghese, Pinacoteca del Castello Sforzesco, Pinacoteca Nazionale di Bologna, e dal Musée des Beaux Arts di Marsiglia, dal Museo Nazionale di Poznan.
Attraverso la libertà conquistata a volte a duro prezzo, anche da alcune religiose, si vedranno le storie di tutte le artiste presenti e le loro opere. Si vedranno le tele della nobile romana Claudia del Bufalo esposte per la prima volta, di Sofonisma Anguissola realizzata a Paternò nel 1578 mai uscita dall’isola, la Pala della Madonna dell’Itria, che ha avuto un intervento di restauro in collaborazione con il Museo Ala Ponzone di Cremona. Lascerà per la prima volta Palermo la pala di Rosalia Novelli del 1663 la Madonna Immacolata e San Francesco Borgia, unica opera certa dell’artista del 1663, come Il matrimonio mitico di Santa Caterina del 1576 di Lucrezia Quistelli che proviene da Pavia.
Tra le opere esposte a Palazzo Reale quelle di Artemisia Gentileschi figlia del pittore Orazio che rivaleggiava con gli uomini dell’epoca e per questo scaduta a livello sociale, il che dimostra il potere assoluto che purtroppo gli uomini avevano sulle donne. Di Sofonisma Anguissola che visse anche alla corte di Filippo a Madrid, ci sono i capolavori come La partita a scacchi del 1555 e quella già citato. Lavinia Fontana che a 25 anni accettò di sposare il pittore Gian Paolo Zappi ma volle la garanzia di poter continuare a dipingere, facendo poi del marito il suo assistente, con 14 opere Autoritratto nello studio del 1579 degli Uffizi e la Consacrazione della Verine del Musée des Beaux Arts di Marsiglia e altre di soggetto di soggetto mitologico.
E ancora opere della bolognese Elisabetta Sirani, Ginevra Cantofoli, Fedele Galizia e Giovanna Garzoni, ognuna con il suo stile precipuo che nulla ha da invidiare ai pittori di sesso maschile del periodo.
Sarà una mostra veramente interessante da non mancare.
Emilia Dodi