Roberto Andò porta in scena ed in tv su Rai 5 Piazza degli eroi di Thomas Bernhard, con Renato Carpentieri e Imma Villa come protagonisti. Il testo al suo debutto suscitò molto scalpore, un testo rovente additato dal presidente Waldheim come “volgare insulto al popolo austriaco”, ma che da allora ha girato il mondo.
In Italia arriva in scena solo oggi, con la prima regia che Roberto Andò ha scelto dalla sua nomina a direttore del Teatro Stabile di Napoli, con Renato Carpentieri e Imma Villa protagonisti. Lo spettacolo, avrebbe dovuto debuttare al Mercadante a dicembre per poi partire in tournée ma, causa Covid, ha la sua prima assoluta in tv, sabato 23 gennaio, alle 21.15 su Rai5.
La trama dello spettacolo
Il professor Schuster, intellettuale ebreo fuggito a Oxford, torna con la moglie nella sua città, dopo un esilio iniziato cinquant’anni prima, al tempo in cui Hitler annunciava l’annessione dell’Austria alla Germania nazista. Davanti a se’, però, Schuster ritrova un paese incattivito, dove l’odio avanza nuovamente. Sconvolto, come unica via d’uscita, troverà la morte.
“Un capolavoro, che oltre a essere il testamento di Bernhard – racconta all’Ansa il regista – è anche il suo testo più politico”. “In Italia – prosegue – erroneamente lo si è visto a lungo come un lavoro troppo ‘austriaco’. In realtà Bernhard è sempre stato un’antenna capace di leggere l’andamento politico del suo Paese e del mondo, tra i primi a intuire il ritorno di un certo fascismo, che non è quello del nazismo, ma un fascismo antropologico”. Un teatro visionario e realistico insieme, dunque, “che ragiona su una matrice esistenziale. Per comprenderlo – continua Andò – non occorrono indicazioni di luogo e di tempo. Gli spettatori capiranno subito che l’azione si svolge in una qualsiasi piazza da comizio, di una qualsiasi città europea“.
“Era tempo che accarezzavo l’idea di questo testo”, prosegue Andò, che di Bernhard aveva già messo in scena il Minetti con Roberto Herlitzka. “Nel frattempo, è arrivata la pandemia, è cambiato il mondo. Ci ritroviamo in una depressione esistenziale e politica. È un tema che non si affronta, ma è come se stessimo tutti facendo psicanalisi. Di fronte a un’emergenza del genere è tutto sublimato. E la morte è diventata un orizzonte. Anche la politica è depressa e da questo punto di vista lo scenario disegnato da Bernhard non è troppo lontano: è il crollo delle aspettative”.
Con i teatri forzatamente chiusi, lo spettacolo per ora approda solo in tv (regia televisiva di Barbara Napolitano), mentre per la prima in presenza se ne riparlerà a ottobre. “Come diceva Eduardo, che fu il primo a portare il teatro sul piccolo schermo – ricorda il regista – in questi casi bisogna scegliere di fare la tv, non limitarsi a riprendere una messa in scena. Detto questo, però, il teatro va fatto dal vivo. Il resto sono solo forme temporanee, eccezionali, per non perdere il contatto con gli spettatori. E il teatro pubblico in questo momento ha un grosso impegno verso gli artisti e la comunità”.
Redazione