E’ stato un buon Natale nonostante il Covid per l’editoria libraria italiana, almeno secondo il Presidente dell’AIE Ricardo Franco Levi. In attesa del report annuale in uscita il 29 gennaio prossimo, nelle festività si è recuperato un gap rispetto al 2020 in termine di vendite.
E’ stato un buon Natale per il libro. “Ci sono luci e ombre, ma possiamo sperare in una chiusura del 2020 in linea con il 2019”. Questo l’input proveniente dal Presidente dell’AIE, Ricardo Franco Levi.
“Le vendite a Natale sono andate bene e questo ci consente di sperare che il 2020 si chiuda sugli stessi livelli del 2019 per l’editoria di varia, ovvero romanzi, saggistica, libri per ragazzi nelle librerie, nei supermercati e negli store online – ha sottolineato il presidente dell’Associazione Italiana Editori (AIE) Ricardo Franco Levi –. Si tratta di un dato che conferma la ripresa del mercato del libro dopo il lockdown di marzo e aprile e che era già evidente nei numeri di luglio e settembre”.
“Questi dati – ha continuato Levi – dovranno essere analizzati in dettaglio. E lo faremo il 29 gennaio in occasione della Scuola per Librai Umberto ed Elisabetta Mauri. Fin da ora possiamo dire che a questo risultato positivo hanno contribuito, insieme all’impegno e al coraggio degli editori e delle librerie, che hanno continuato il loro lavoro anche quando non c’era visibilità sull’immediato futuro, le importanti misure a favore del libro assunte dal governo e dal parlamento e prontamente attuate dall’amministrazione del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo con grande efficienza”.
“Il panorama a cui assistiamo è complesso – ha anticipato Levi –. Innanzitutto il dato positivo nasconde al suo interno performance molto diverse: il boom delle vendite online e la buona tenuta delle librerie di quartiere, ad esempio, si accompagna a una difficoltà delle librerie nei centri cittadini e nei centri commerciali e a quelle di catena. L’assenza di manifestazioni fieristiche ha privato alcuni editori di un importante canale di vendita e promozione. Alcuni settori, come l’editoria di arte e di turismo ma non solo, hanno subito grandissime perdite e tutti gli editori si trovano di fronte a sfide molto difficili”.
“Inoltre – conclude Levi – le soddisfacenti performance del libro si accompagnano alle perduranti difficoltà di altri settori culturali, a cui siamo naturalmente vicini. Come abbiamo sempre detto, i consumi culturali crescono assieme e quindi un impoverimento complessivo è, per noi, un dato di preoccupazione”.
Redazione