Alla Fondazione Memmo di Roma c’è dall’8 febbraio 20211 l’esposizione di arte Contemporanea Conversation Piece VII verso Narragonia curata da Marcello Smarrelli. Coinvolge un duo di artisti belgi, un’artista tedesco, un’arista francese, tutti residenti temporaneamente a Roma.
Questo testo si presta bene ad essere interpretato, come è stato, da un duo di duo di artisti belgi Joss dfe Guyer e Harald Thys, e Benedict Hipp vincitore del Premio Roma all’Accademia tedesca di Villa Massimo, e Apollonia Sokol attualmente borsista all’Accademia di Francia, Villa Medici che hanno ognuno interpretato al meglio e in maniera molto contemporanea, questo viaggio soprattutto di piacere senza volgarità.
Il duo belga che apre la mostra ha scelto di creare un gruppo di 23 piccoli busti realizzati in gesso e vernice con capelli finti. Ritrae un gruppo di politici internazionali, attori di serie B, dittatori e assassini e le vittime figure storiche che sono presentati senza gerarchia o giudizio morale. Ogni testa è presentata su piccole mensole attorno alla stanza e ognuno con foto o con una breve biografia disponibile in un foglio di sala. Le installazioni sulle mura del palazzo antico sembrano quasi imperatori da museo archeologico dando vita al un laboratorio scientifico deviato.
Benedikt Hipp ha creato un ambiente di pitture e sculture, ambiente che simula parti selezionate di un corpo; sculture che l’artista ha realizzato cuocendole in un forno realizzato nel proprio giardino che sono una deformazione dell’argilla, tramite una trasformazione artistica quasi primordiale, che genera una pelle che ricordano parti anatomiche organiche. Anche i dipinti hanno lo stesso stile.
Le mostre di questo ciclo Conversation Piece sono dedicate a mostrare artisti italiani e stranieri che sono a Roma e vogliono celebrare la Città Eterna, tutte a cura di Marcello Smarrelli, che abbiano un rapporto speciale con la città, naturalmente contemporanee. Così si crea un ciclo che si sviluppa nel tempo. al quale hanno partecipato già 40 artisti internazionali.
Savina Fermi