Le Gallerie degli Uffizi sono riuscite ad acquistare per la Sala del ‘’500 un’opera che si riteneva scomparsa da molti anni la L’enigma di Omero di Bartolomeo Passerotti per farne l’opera di punta di questa sala.
Gli Uffizi hanno cercato costantemente questa tela sapendo che era stata dipinta da Bartolomeo Passerotti per il committente fiorentino Giovan Battista Deti e dopo aver intensificato le ricerche infine è stato possibile l’acquisto. Il direttore Eike Schmdt ha dichiarato: “L’acquisto protegge l nostro patrimonio dalla dispersione, il ibro appositamente pubblicato è la prova dell’intensa attività di ricerca promossa dal museo”. Il dipinto cinquecentesco del bolognese Bartolomeo Passerotti sarà presto esposto nella sala del cinquecento dove diverrà l’opera di punta.
Fu proprio il primo biografo dell’artista Raffaello Borghini che nella sua opera Il Riposo del 1584 descrive minuziosamente il dipinto che si trovava nel palazzo del Deti, collezionista e scrittore fondatore dell’Accademia della Crusca e compilatore della prima edizione del vocabolario della Crusca. Nel 1677 Giovanni Cinelli ricorda il dipinto nel palazzo del senatore fiorentino Caro Torrigiani, anzi confondendo il soggetto. Negli studi moderi sul Passerotti il dipinto scompare credendolo perduto, almeno fino ad oggi quando il quadro è stato segnalato presso la famiglia dei discendenti di Carlo Torrigiani.
Il soggetto così diverso da quelli noti si trova invece nelle edizioni in greco de la vita di Pseudo Plutarco più volte stampato nel ‘500 “Vitae Omeri”, dove si narra che Omero in riva al mare, domandò cosa avessero pescato gli uomini che si stavano spidocchiando. Gli uomini che non avevano pescato nulla, risposero con questo enigma: Quel che abbiamo pescato lo abbiamo lasciato, quel che non abbiamo pescato lo abbiamo tenuto”. Secondo il racconto dello Pseudo-Plutarco, Omero non venendo a capo dell’indovinelli si arrovellò il cervello fino a morirne.
L’opera è stata presentata da Eike Schmidt e dal Prof. Daniele Benati ordinario di Storia dell’Arte Moderna e Direttore della Scuola di specializzazione in Beni Storici e Ambientali dell’Ateneo bolognese, il Presidente della Regione toscana Eugenio Giani e il Presidente della Regione Emilia- Romagna Mauro Felicori.
Bartolomeo Passerotti ( Bolona 1529-1592 ) si è formato tra Bologna e Roma. A Roma è stato al seguito di Jacopo Barozzi detto Il Vignola e poi di Taddeo Zuccari, approfondendo il disegno e l’acquaforte. Rientrato a Bologna verso il 1567 si dedicò n un primo tempo all’illustrazione, ma rientrando stabilmente nella sua città decise poi di dipingere e si dedicò a dipingere pale d’altare che hanno lo stile del manierismo romano e soprattutto del Correggio.
I suoi interessi naturalistici e lo studio dal vero, fecero dell’artista una figura di base per la formazione del Carracci e per e i tutta la pittura bolognese del Cinquecento e dei Seicento.
Anna Camia