Visum presenta l’ultima fatica letteraria di Renato Giordano, regista ed autore drammatico, intitolata Prossima Fermata, L’Isola che c’è edito da Compagnia Nuova Indye.
Oggi presentiamo ai nostri lettori un romanzo veramente particolare; in realtà, Prossima Fermata, L’Isola che c’è rappresenta molto più di un romanzo, anche se ne condivide la forma narrativa. E’ anche una storia di scienza, di medicina, di varia umanità. L’Autore, Renato Giordano, noto come regista ed autore drammatico (nonché Segretario dello S.N.A.D.), ma nella vita anche stimato medico diabetologo, si è ispirato proprio alla sua esperienza scientifica, per raccontare, in questo romanzo, la scoperta dell’insulina, l’ormone prodotto dalle cosiddette Isole di Langerhans, che si trovano all’interno del pancreas.
Ricordiamo che l’insulina regola il metabolismo del glucosio nel sangue. E la scoperta dell’insulina, negli anni a seguire, avrebbe salvato la vita a moltissimi diabetici che, altrimenti, non ce l’avrebbero fatta. Come è facile intuire, la narrazione tratta una materia che è di per sé affascinante, ma che riveste una straordinaria importanza per la medicina, e per tutta l’umanità che si deve confrontare oggi con il diabete. Da cui, la spiegazione del titolo: L’Isola che c’è; (dal latino insula, che dà il nome all’ormone); come dire, un approdo sicuro per chi ha purtroppo la sventura di navigare in acque intorbidite dal diabete.
Il fascino di questo libro riesce ad avvincere il lettore sin dalle prime pagine: non a caso, l’intuizione scientifica di ricorrere a un “estratto del pancreas” viaggia su tre filoni di studio e sperimentazioni, che fanno capo ad altrettanti medici ricercatori, Frederick Banting, canadese, Nicolae Paulescu, romeno, e Georg Zuezler, berlinese. La storia si sviluppa intorno alla prima guerra mondiale e probabilmente i tre, almeno inizialmente, non sapevano l’uno degli altri, o avevano letto molto poco.
Renato Giordano, in questo pregevole lavoro, mette a fuoco soprattutto la storia umana di Frederick Banting, che agli inizi della sua carriera arriva a vendere tutti i suoi beni, per riuscire a portare avanti le sue ricerche, in cui credeva fermamente. Impegno che, dopo qualche anno, verrà ricompensato con un premio Nobel, anche se diviso fra quattro colleghi.
La chiave di volta di questo lavoro consiste di sicuro nell’aver saputo fondere l’interesse scientifico con l’aspetto umano, analizzato nei pregi e nei tanti difetti dell’individuo. Del quale si sottolineano gli slanci di grande generosità, ma anche l’irascibilità a volte anche violenta; così come il romanticismo inguaribile che si manifesta davanti agli occhi di una bella ragazza di cui innamorarsi; ovvero la rabbia provata nel sentirsi vittima di un’ingiustizia palese o presunta.
A proposito di generosità, l’Autore ha tenuto ad evidenziare come Banting, dal grande idealista qual era, ha regalato al mondo il risultato della sua ricerca: infatti, cedette simbolicamente per 1 dollaro il brevetto dell’insulina, affinchè tutti potessero fruire di un salvavita così importante… Se ci riflettiamo, l’esatto contrario di quello che stanno succedendo oggi con i vaccini anti-Covid!
Durante la Seconda guerra mondiale, Banting fu incaricato di sviluppare, con gli inglesi, delle armi chimiche da usare contro la Germania nazista. Renato Giordano è stato molto bravo a ritrovare i documenti dei servizi segreti tedeschi in cui Hitler ordinava di eliminare Banting. Il medico canadese, nel febbraio 1941 si stava recando nel Regno Unito per una missione segretissima, ma periva in un incidente aereo, avvenuto dopo il decollo da Terranova e sicuramente causato da un sabotaggio. Insomma, come si può immaginare, ci sarebbero tutti gli ingredienti per ricavare da questa storia una fiction unica ed eccezionale.
Nel romanzo compaiono, a latere, anche le storie di illustri diabetici che andavano alla ricerca della nuova cura di cui si favoleggiava: ne ricordiamo uno per tutti, il grande coreografo russo Diaghilev, morto a Venezia nel 1929 per una crisi glicemica. Il tutto, scritto magnificamente, con una precisione minuziosa nel riportare i dettagli (i luoghi, i locali, le musiche Anni Venti, da cui emerge impetuoso il ritmo del rag-time). Un magico salto indietro di 100 anni circa, che ci riporta a una fase certamente pioneristica della ricerca scientifica, raccontata da Giordano con passione e – ovviamente – con grande competenza medica.
Grazie a quelle che all’inizio erano state delle semplici intuizioni di Banting e degli altri, affinando le tecniche di estrazione dell’insulina animale (inizialmente suini e bovini), tante vite umane sono state salvate. Fino alla produzione sintetica industriale dell’ormone, ottenuta negli anni Ottanta e oggi ormai una consolidata terapia per il diabete. Un romanzo apprezzabile da tutti, raccontato con parole non necessariamente scientifiche, quindi di facile fruizione e godimento, grazie a una scrittura fluente, piacevole e appassionante
Salvatore Scirè