E’ una installazione appositamente creata per il Castello di Maniace a Siracusa. Sono cento metri quadrati di pavimento di specchi calpestabile, che in parte sono già infranti, creando giochi di luce particolari dalle pareti. E’ la più grande installazione in luogo chiuso fin’ora conosciuta. Apre dal 22 marzo 2021 fino all’11 giugno. Produzione ADIUS curatrice Helga Marsala.
Non è la prima installazione che Alfredo Pirri mette in atto in ogni luogo si presenta in modo differente. Ha iniziato a Roma nella Galleria Nazionale di Palazzo Altemps dove erano posizionati reperti sulla pavimentazione, poi all’aperto al Foro di Cesare, e già alla Certosa di Padula (SA), Bosnia e in altri luoghi arriva ora, per la prima volta in Sicilia a Siracusa nel Castello di Maniace, cambiando temporaneamente il monumento millenario con la forza concettuale in uno spazio chiuso che è secondo, solo allo spazio aperto del Foro di Cesare.
Il Castello di Maniace fortificato sin dai tempi del periodo prima greco e poi bizantino, il cui nome deriva dal Comandante Giorgio Maniace, Principe e Vicario dell’Imperatore di Costantinopoli, e nel suo aspetto odierno edificato dall’architetto Riccardo da Lentini per ordine di Federico II di Svevia, nel 1232 è una testimonianza di questo periodo; oggi è di pertinenza della Soprintendenza regionale di Siracusa.
L’opera nasce da un’idea della curatrice Helga Marsala che grazie alla volontà di ADIUS concessionaria dei servizi aggiuntivi per i principali siti archeologici della Sicilia orientale con la Sovrintendenza ai Beni Culturali e Ambientali, ha prodotto e realizzato questa radicale trasformazione estetica e simbolica, che moltiplicandosi frantumandosi ogni volta crea una diversa luce. Da qui il titolo PASSI, sistema di opere che Alfredo Pirri ha saputo creare con successo partendo dalla Certosa di Padula nel 2003. La Soprintendente architetto Irene Donatella Aprile ha creduto al progetto presentato da ADIUS di Helga Marsala di creare in un luogo dei più prestigiosi dell’isola un mixer tra antico e contemporaneo.
Come detto dalla curatrice “La Sala Ipostile si moltiplica a dismisura in una girandola densa di significati. Un incantesimo che trasporta il visitatore in una nuova dimensione simile ad un sogno o una vertigine. I luoghi a cui affidiamo la nostra identità culturale e la nostra memoria, vengono messi in discussione grazie ad un’operazione che fra estetica e politica, trasforma l’aspetto di monumenti immutabili in cui la società si identifica, trasformando altresì la condizione dello sguardo e l’esperienza della visione. Un modo per ribadire che la storia può ed deve essere letta criticamente, essendo sempre punto di partenza per nuove riflessioni: il pubblico, protagonista di una performance collettiva frantuma gli specchi camminandovi sopra. Grazie al tipo di materiale utilizzato, calpestabile in sicurezza, le fratture si moltiplicheranno, ma la superficie non arriverà a rompersi. Una immagine di fragilità e resistenza, cicatrici come aperture verso significati altri e altre modalità di attraversamento”.
Sul pavimento in frantumi galleggiano testimonianze emerse dagli abissi provenienti dal Museo Archeologico Paolo Orsi di Siracusa, in dialogo con le leggerissime sfere realizzate dall’artista, oggetti misteriosi e metafisici dal valore simbolico e progettuale: In un’altra stanza sono frammenti di capitelli trovati in loco e soprattutto altre due opere di Pirri che sono disegni e una maquette di specchi dedicati al Maniace insieme ad una serie di acquarelli recenti del Maestro.
Speriamo sia aperto presto perché attirerà molte persone.
Savina Fermi