Il Guggeheim Museum di Bilbao in collaborazione con la Kunsthaus di Zurigo, presenta dal 7 maggio al 19 settembre 2021, una mostra che tocca tutti i cambi che nel periodo si sono avuti in ogni campo dell’arte, della moda, del design, del teatro, che hanno portato solo a cambiamenti epocali in ogni campo della vita. E’ curata Catherine Hug, Kunsthaus Zurich e Petra Joos del Guggeheim Museum, su progetto di Calixto Bieito.
E’ indubbio che la guerra mondiale del 1915-1918 e la conseguente pandemia di influenza virale, chiamata spagnola e attraverso le maggiori discipline del tempo artistiche abbiano provocato mutamenti veramente epocali in tutta Europa. Il Museo presenta questo contesto attraverso 300 oggetti che rappresentano le più importanti discipline artistiche del tempo.
The Roaming Twenties è un’occasione per vedere 300 oggetti che rappresentano attraverso le maggiori discipline artistiche del tempo come: pittura, scultura , disegno, collage, fotografia, architettura quello che si poteva vedere a Berlino, Zurigo, Parigi, Vienna. Avendo la collaborazione del grande regista e drammaturgo Calixto Bieito, la mostra unisce arti plastiche e arti performative. In fondo è un viaggio nelle principali capitali europee, dove si verificarono grandi cambiamenti che sono in auge anche oggi e benchè non sia possibile paragonare gli anni ‘20 alla pandemia del 2019, molte cose buone possono uscire anche da questa.
La mostra parla proprio dei folli questi anni ‘20 senza i quali oggi non potremmo vivere la nostra vita: la fotografia era entrata nel mondo dell’’arte e di questo bisogna ringraziare Hans Richter e Fernand Leger. Imponendosi sempre di più, mentre il dibattito tra nuova oggettività e arte figurativa, teatro e astrazione andò a vanti fino agli anni ‘30. Cinema e fotografia continuarono ad evolversi. La moda grazie alla rivoluzione di Coco Chanel e altri cambiava letteralmente il personaggio femminile. Della seta nella quale imperava allora la Svizzera francese in questa sezione ci sono esempi significativi, grazie all’invenzione della catena di montaggio, anche la vita del lavoro diventava sempre più dignitosa.
La scuola del disegno fondata a Weimar nel 1919 e poi a Dessau nel 1926 entra a entrava nell’economia, così come il primo Congresso internazionale di Architettura Moderna nella Svizzera dove partecipano Le Courbusier, Walter Gropius e Gerrit T. Rietveld hanno messo il punto sull’architettura responsabile che rispettasse lo spirito dei tempi. La musica cambiò grazie all’arrivo dagli Stati Uniti del Jazz. Cambiò anche la danza con i ballerini tedeschi. Fu a Parigi a Montmartre e Montparnasse dove trionfa Josephine Baker che la danza assumse un carattere di grande sensualità, così come il nuovo ballo che trionfava con il Charleston, e la percezione del valore del corpo e l’inizio del femminismo.
Senza dilungarsi troppo, la mostra deve essere vista con le sue analogie tra tutte le arti che Calixto Bieito è riuscito bel a far collegare tra loro, dando una visione totale di quelli che furono gli anni ’20 non tanto folli quanto di rottura decisa con il passato, ma per trovare analogie con il presente. Cercare tutte le analogie tra gli anni ‘20 e il periodo nel quale viviamo è certamente impossibile, anche perché nel tempo è intervenuto il famoso 1968, ma anche questo contesto contemporaneo porterà qualcosa di buono per i giovani. Il catalogo della mostra è riccamente illustrato ed esamina “ I Folli anni ‘20” in tutte le sue angolature.
Anna Camia